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 APPELLO A TUTTE LE FORZE DELLA SINISTRA E PROGRESSISTE DEL MONDO

 

 

 

 

-----Mary Nassif - Partito Comunista Libanese -----

 

  

http://www.resistenze.org/ - popoli resistenti - libano - 17-07-06

 

da Lebanese communist party - http://www.lcparty.org/

 

Le forze israeliane stanno conducendo una aggressione in grande stile contro il Libano. Questa operazione fa seguito all’operazione della “Resistenza Islamica” che ha catturato due militari israeliani e che è una operazione legale nel contesto della resistenza contro Israele che continua a occupare una parte del territorio libanese e a detenere ancora prigionieri libanesi come Samir Qantar (detenuto dal 1979, ndt).

 

La nuova aggressione ha come conseguenze la distruzione delle infrastrutture del Libano… senza dimenticare i civili, morti e feriti, e la minaccia di estendere l’aggressione ad altri paesi.

 

Il Partito Comunista Libanese, che appoggia la Resistenza contro l’aggressione israeliana, fa appello a tutte le forze della sinistra e progressiste del mondo, che esprimano la loro solidarietà al nostro popolo, ma anche che facciano pressioni su Israele che fermi la sua aggressione, e sugli Stati Uniti che la sostengono.

 

Facciamo anche appello a una grande campagna di solidarietà che abbia lo scopo di liberare i territori libanesi ancora occupati, e tutti i detenuti libanesi e arabi prigionieri nelle carceri israeliane e a mettere fine definitivamente alle provocazioni quotidiane di Israele contro l’integrità e la sovranità nazionali del Libano.

 

L’Ufficio Politico del Partito Comunista Libanese,  Beirut 12-07-2006

 

Compiuto un nuovo crimine contro l’umanità

 

Un nuovo crimine contro l’umanità commesso davanti agli occhi dei soldati dell’ONU presenti nella regione di Tiro nel Libano del sud.

 

Gli aggressori israeliani hanno lanciato oggi, sabato  15-07-2006, alle prime ore del mattino un ultimatum agli abitanti del piccolo villaggio di Marwahin (500 abitanti), intimando loro di abbandonare il loro villaggio se non volevano essere seppelliti sotto le loro case.

 

Una parte degli abitanti del villaggio avevano deciso di rifugiarsi dentro gli uffici dell’Onu, l’ presente. M sono stati rifiutati. I bombardieri degli aggressori israeliani hanno aspettato l’uscita dei civili dai locali dell’ONU e hanno bombardato il convoglio che si era formato.

 

Più di 25 civili sono rimasti uccisi, molti altri sono rimasti gravemente feriti, tra cui alcuni bambini.

 

La sola giustificazione che i responsabili ONU hanno voluto dare è che non pensavano che ere intenzione di Israele colpire anche i civili, benché occorrerebbe ricordare quanto era già avvenuto a Qana nel 1996, quando gli israeliani avevano bombardato un tendone delle Nazioni Unite, nella quale erano ammassati centinaia di civili libanesi.

 

Noi chiediamo a tutti i democratici del mondo, a tutti i partiti della sinistra e progressisti, a tutte le donne e uomini di pace, di fare pressioni su Israele al fine di obbligarla a  porre fine alla sua aggressione contro il nostro popolo.

 

Noi chiediamo a tutte le donne e a tutti gli uomini di pace di condannare quei responsabili ONU che indirettamente hanno favorito questo massacro.

 

Partito Comunista Libanese,  15 – 07 –2006

 

Grazie all'appoggio di Washington e Londra si estende l'aggressione israeliana contro il Libano

 

Il popolo libanese ha il diritto di liberare il suo territorio ed i suoi prigionieri

 

Continua l’aggressione israeliana contro il Libano ed il suo popolo; estendendosi al resto delle regioni del paese.

 

Beirut ed il suo sobborgo sud hanno subito bombardamenti selvaggi che hanno colpito le piste e l’area dell’ AIB (Aereoporto internazionale di Beirut), oltre a molti edifici situati nel sobborgo sud, nei quali si trovano stazioni secondarie di Al-Manar, televisione diretta da Hezbollah. Allo stesso momento, i bombardamenti sono continuati contro tutte le città e tutti i villaggi del Libano-Sud, seminando la morte fra la popolazione civile, tra cui molti bambini e famiglie intere, oltre la distruzione delle infrastrutture, alloggi, automobili e istituti culturali… ecc.

 

Le regioni molto lontane della Békaa e del Nord (fra cui le aree degli aeroporti di Riak e di Klaïaat) non sono sfuggite alle aggressioni dell'esercito israeliano che ha dispiegato, oltre ai suoi bombardieri ed ai suoi elicotteri da combattimento, un certo numero di navi di guerra, dentro anche le acque territoriali libanesi, in un tentativo ben chiaro di imporre il Libano ad un blocco quasi totale, mentre le forze di riserva - più di 6000 soldati sostenuti da un'artiglieria pesante molto potente - si allineavano lungo la frontiera tra il Libano del Sud ed il Nord della Palestina occupata.

 

Nel momento in cui il numero di vittime fra la popolazione civile si avvicina alla cifra di cento e dove centinaia di feriti ammassati negli ospedali del Sud e di Beirut, il presidente americano Georges Bush ci ha dato nuovi esempi, del terrorismo verbale al quale ci aveva già abituati e di cui i suoi generali in Iraq non trascurano di praticare contro la popolazione irachena. In effetti, Bush ha tenuto a dare carta bianca al governo Olmert per i massacri perpetrati, inizialmente contro i palestinesi a Gaza, in seguito contro il popolo libanese.    Ha detto senza tentennamenti che è diritto di Israele di difendersi e lottare “contro il terrorismo„, perché questa lotta costituisce la prima parola d'ordine del ventunesimo secolo. Allo stesso tempo, ha negato al popolo libanese, a Hezbollah in particolare, qualsiasi diritto di liberare i loro prigionieri dalle prigioni israeliane e recuperare le aziende agricole di Chébaa, benché siano già passati sei anni, dal cosiddetto ritiro completo delle truppe israeliane fuori dei territori libanese occupati.

 

Questa posizione è sostenuta anche dal governo della Gran Bretagna, che appoggia il tentativo dell'amministrazione americana di uscire dalla palude nella quale essa è impantanata sempre più in Iraq. Inoltre, essa fa parte del progetto americano-israeliano, che mira a dividere la regione in piccoli stati confessionali ed etnici ,che rafforzerebbero il ruolo dello Stato di Israele e perpetuerebbero la sovranità americana su una grande parte delle fonti del petrolio e del gas nel golfo arabico. O, piuttosto, che aiuterebbero l'amministrazione di G. Bush a estendere questa sovranità a tutti i campi petroliferi, soprattutto facendo sì, che i prezzi di questa fonte energetica possono aiutare Bush a ripagare quelle multinazionali americane che lo avevano aiutato, due volte, a diventare presidente. Inoltre, tale dominio permetterebbe agli Stati Uniti di restare ancora molto a lungo alla testa del nuovo ordine mondiale e dei governi europei, soprattutto quelli di destra che si sono già messi a disposizione, e anche gli altri che, nonostante alcuni distinguo in occasione della guerra contro l’Iraq, si sono messi comunque allineati, ed hanno giurato rispetto e lealtà alla grande America ed al WTO, la sua nuova lunga mano contro i popoli del terzo mondo.

 

In questa guerra di distruzione condotta da Israele contro il popolo libanese, è triste constatare che l'organizzazione internazionale delle Nazioni Unite ha, ancora una volta, trascurato il suo ruolo di direzione e si è adeguata agli Stati Uniti. Inoltre è triste vedere che alcune forze politiche libanesi utilizzano oggi le argomentazioni degli aggressori israeliani e tentano di trovare una divisione tra la resistenza ed il popolo, dicendo che è Hezbollah responsabile della nuova escalation e affermando  che si porrebbe fine all'aggressione con la liberazione incondizionata dei prigionieri israeliani. Queste forze dimenticano o fanno finta di dimenticare, che la responsabilità è  interamente del governo israeliano che, ben prima del 12 luglio, aveva esercitato pressioni contro il Libano e l'integrità del suo territorio. A tal fine, facciamo alcuni esempi: le violazioni frequenti delle arie e delle acque territoriali, ma anche gli sconfinamenti delle pattuglie israeliane al di fuori della linea “blu„ delle frontiere internazionali e, soprattutto, la rete di spionaggio e di infiltrati scoperta un mese fa nel Libano del Sud e che era alla base di molti assassinii e pacchi bomba.

 

Il Partito Comunista Libanese, il quale ha l'onore nel 1968 e nel 1982 di aver costituito il “ Fronte di Resistenza Nazionale Libanese„ contro l'occupazione israeliana, vede chiaramente l'importanza di consolidare l'unità del popolo libanese per impedire agli aggressori, ed a quelli che li sostengono, qualsiasi possibilità, anche minuscola, di raggiungere i loro obiettivi. Chiede alle forze della sinistra e del progresso sul piano internazionale di agire con tutti i mezzi e su tutti i piani, per fare pressione sui loro rispettivi governi e spingerli ad imporre il cessate il fuoco da parte di Israele e affermare la responsabilità del governo Olmert nelle distruzioni e degli omicidi in Libano.

 

Siamo sicuri che la volontà dei popoli trionferà.

 

Marie NASSIF (PCL), 14- 07-2006 

 

 

Tradotto da i “Nuovi Partigiani della Pace” per www.resistenze.org

 

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