'DA COMUNISTI NELLA RIFONDAZIONE'
(13 ottobre 1998)
Vi sono dei momenti nella storia in cui bisogna scegliere e saper scegliere: o da una parte o dall'altra. Questo, per i comunisti italiani, è uno di quei momenti. La scissione operata dalla componente facente capo a Cossutta all'interno del PRC non può lasciarci indifferenti; nel momento in cui ci sarebbe voluto il massimo di coesione politica per difendere i ceti popolari dall'attacco portato alle loro condizioni materiali da un governo, tramite la legge finanziaria di bilancio, che solo con una svolta radicale negli indirizzi programmatici e con atti concreti poteva essere definito di centro-sinistra effettivo, ecco che una componente del Prc, non rispettando i deliberati della maggioranza degli organismi dirigenti, fa fronte comune con il moderatismo antiriformatore e si candida, con la formazione di un soggetto politico autonomo, a fattore di disgregazione e frantumazione dell'intera area antagonista. Ma non c'è solo divisione nella sinistra: c'è anche una possibilità concreta di ricomposizione e rilancio dell'iniziativa politica comunista.
La coerente presa di posizione di Bertinotti e del gruppo dirigente del PRC contro la finanziaria e per una svolta radicale che costruisca l'alternativa a partire dai bisogni proletari e delle masse popolari, l'autoliquidazione dei gruppi dirigenti facenti capo a Cossutta in particolare qui a Taranto, per noi, comunisti del 'Pietro Secchia' di Leporano (TA), significa:
- la fine di fatto dell'esperienza nella CCA, non essendoci più alcuno spazio praticabile all'esterno del PRC per l'area leninista e coerentemente di classe e rivoluzionaria. Oggi la 'linea di massa' passa all'interno dell'impegno dei marxisti e leninisti in Rifondazione Comunista, tentando di caratterizzare sempre più questa formazione politica come la casa naturale dei comunisti italiani e volgendola strategicamente verso la prospettiva socialista;
- l'adesione alla manifestazione di Roma del 17 p.v. e alla sua parola d'ordine 'Ripartiamo dai bisogni - Costruire l'alternativa': negli ultimi anni vi è stato un tale spostamento a destra dell'asse politico da far apparire le proposte riformatrici e di difesa, rilancio e sviluppo dei diritti dei lavoratori e delle condizioni di vita delle masse, come impossibili da realizzare. Ma è proprio su questo vuoto politico della sinistra moderata dal 'liberismo temperato' che si è acuita la protesta sociale strumentalizzata e cavalcata dalla destra becera e arrogante. Non è Bertinotti che ridà il paese alle destre, è la debolezza e l'insussitenza delle politiche fino ad oggi perseguite dal centro-sinistra;
- l'impegno squisitamente democratico a 'ridare la parola e le decisioni' alla base militante del partito, contro la sclerotizzazione dei gruppi dirigenti;
- di costruire, in questo partito, un percorso che possa portare a breve-medio termine i ceti sfruttati dalla difesa alla controffensiva;
- rivendicare la tradizione dei comunisti italiani e dell'esperienza del movimento operaio e comunista internazionale, contribuendo così a demistificare una politica degenerativa con i simboli e gli emblemi della stessa tradizione e che ha portato prima allo svuotamento delle politiche di classe del Pci, poi al suo scioglimento e ora alla scissione a destra in Rifondazione Comunista.
Sperando che si riaprano spazi di agibilità politica democratica all'interno del Prc dopo la defezione degli scissionisti cossuttiani e lottando e impegnandoci perché rimangano permanenti e costitutivi di un nuovo agire politico che salvaguardi l'integrità e la coesione comunque del blocco storico dell'antagonismo sociale e politico, in nome dei più nobili ideali del socialismo e delle esperienze dei comunisti e dei rivoluzionari di questo secolo,
contro ogni forma di settarismo e contro dogmatismi integralisti che si autocondannano all'impotenza e alla testimonianza sterile e insussistente,
per la creatività nelle analisi e nei modi di concepire il comunismo nel XXI secolo nel solco profondo e indelebile della tradizione e delle esperienze del XIX e XX secolo,
il circolo comunista 'Pietro Secchia' di Leporano (TA), venute meno le ragioni che portarono il 24 novembre 1997 al commissariamento del circolo e volgendosi all'ormai imminente stagione congressuale e alla campagna elettorale in corso nel nostro paese,
decide di chiedere l'adesione e il rientro nel Partito della Rifondazione Comunista con un atto ufficiale da inviare al Comitato regionale dello stesso,
e di sentirsi da oggi parte integrante dell'unica famiglia dei comunisti italiani
approvato nell'assemblea di circolo il 13 ottobre 1998