redazionale
SULL'ESPERIENZA
STORICA DEL SOCIALISMO
Presentazione
a Fasano (BR) degli scritti di Mao del 1956
Oggi
sono mo
La maggior parte degli intellettuali borghesi, magari alcuni già fanatici sbandieratori del Libretto Rosso anni ‘68/69, giudica anacronistico parlare di un modello di società socialista in questo nuovo millennio, perché, a loro dire, ormai esaurito nello scorso secolo attraverso una esperienza di tipo fallimentare. A nostro avviso, invece, è proprio il marxismo-leninismo ed è proprio la critica e la metodologia maoiste a costituire lo strumento migliore affinché questo luogo comune sia smascherato in tutta la sua miseria.
Lo
scorso 13 aprile nella cittadina di Fasano (BR) si è tenuto il seminario
riguardante la Cina odierna, la sua situazione socio-economica e politica.
L’apertura del seminario è stata coordinata da Giuseppe Quaranta che con la
sua introduzione sulla Cina, dalla fine dell’ ‘800 alla vigilia della
nascita della Repubblica Popolare cinese, ha posto le premesse da cui il
compagno Ferdinando Dubla, ricercatore storico del movimento operaio
dichiaratamente marxista, che ha tenuto la relazione principale del seminario,
ha condotto la disamina sulla Cina dalla proclamazione della Repubblica Popolare
sino ai nostri giorni.
Inoltre
spazio è stato dato all’intervento dell’editore della Nuova Editirice
Oriente, Michele Ludovico, per la presentazione del libro degli scritti di
Mao del 1956 Sull’esperienza storica del socialismo.
Il
pubblico presente all’iniziativa contava circa una ventina di unità, molti
giovani e alla fine del seminario non sono mancati interventi che ponevano
impegnativi quesiti su cosa, oggi, possa rappresentare una Cina comunista agli
occhi dei comunisti occidentali.
Al
contrario di quanto intellettuali benpensanti e funzionali ad un regime borghese
possano dire o teorizzare, in quel di Fasano è emerso che non si può fare a
meno di parlare e discutere di socialismo, di socialismo scientifico,
ovviamente, di socialismo come esperienza storica del proletariato e non di
socialismo poetico e modernamente utopistico.
Di fatto utile strumento per la comprensione della realtà
della Cina odierna si è mostrato proprio il nuovo testo sugli scritti del 1956
di Mao Tse Tung; in questo piccolo volume, pubblicato dalla Nuova Editrice
Oriente e con introduzione e a cura dello stesso Ferdinando Dubla, troviamo
lo scritto di Mao A proposito
dell’esperienza storica della dittatura del proletariato (5 Aprile 1956) e
Ancora a proposito dell’esperienza storica della dittatura del proletariato
(29 Dicembre 1956), un’appendice in cui sono raccolte le seguenti schede: Quando
Mao indicò la luna, Cronologia degli “anni chiave” della rivoluzione
cinese, La rivoluzione culturale del maoismo in Italia, Il movimento del ’68 e
la genesi del maoismo militante in Italia, e nella parte finale del libro
degli allegati-schede documentarie Viva il leninismo! e Fuoco sul
quartier generale.
Il
libro così composto si dimostra un utile strumento per la comprensione dello
stato attuale di cose presenti oggi giorno in Cina: fatti documentati portano
alla luce come nel paese più popolato del globo terrestre non sono lontani il
ricordo e le gesta del compagno Mao; questi, tra non poche difficoltà, ha
dovuto far fronte nel corso della sua vita, soprattutto nello snodo storico
dell’anno 1956 (anno in cui Kruscev rende noto il rapporto segreto sugli
“orrori” del compagno Stalin), ad una svolta, poco chiara, del socialismo
non solo in Cina ma anche nell’ex Unione Sovietica. Mao cercherà di portare
più chiarezza sul processo di “destalinizzazione” proponendo sì una
interpretazione critica su quelli che furono gli errori soggettivi del compagno
Stalin, senza però liquidare tutto un impianto che portò l’U.R.S.S. a
livelli di superpotenza mondiale in poco più di un decennio. Negli anni ’60 e
‘70 Mao dovette inoltre far fronte a quelle che furono le linee degenerative
all’interno del P.C.C., la linea di Liu Shao-Chi e la linea di
Lin Piao, sino al 1976, quando la fiaccola di speranza che aveva
accompagnato i cinesi si spense con la morte del compagno Mao Tse Tung, a cui
seguiranno le direzioni di Hua-Guo-Feng e Deng Xiaping, fino al contemporaneo
Jiang Zemin.
Certamente
la Cina ha particolarissime condizioni che in occidente non è possibile non
prendere in seria considerazione ed è soprattutto nella sua storia che
comprende quasi per intero il XX secolo, che dobbiamo trarre i più fecondi
insegnamenti così come fece Mao nei sui scritti del ’56, affinché siano
consolidati i successi ottenuti e non di meno vengano evitati gli errori già
commessi: la storia, quella del comunismo, non va rimossa, ma studiata, compresa
e attualizzata ai giorni nostri, proprio come fece Mao in Cina:
“Quale
nascita non è accompagnata da difficoltà e da debolezze? Quello che conta è
il futuro. Per quante svolte e per quante fatiche possano aspettarci nel nostro
cammino in avanti, l’umanità raggiungerà alla fine il suo luminoso destino,
il comunismo. Non c’è forza che possa impedirlo.”
(Mao,1956)
redazionale Lavoro Politico