Il Partito Comunista di Grecia(KKE) sul Partito della
Sinistra Europea(PSE)
Una critica documentata al
Partito della Sinistra Europea (presidente Fausto Bertinotti)
accusato di perseguire nei fatti l'estinzione dell'identità comunista e
l'integrazione in seno alle strutture dell'UE
di Dimitris Kutsumpas,
membro dell'Ufficio Politico del CC del KKE
Atene, 21 settembre 2005.
Cari compagni,
con la presente, vorremmo darvi maggiori
dettagli sulla nostra
posizione nei confronti del "Partito della Sinistra Europea" (PSE)
che, come probabilmente saprete, terrà il suo primo congresso ad
Atene, il prossimo 29 e 30 ottobre 2005.
Le ragioni per le quali il nostro partito
non partecipa a questo
progetto sono note: riguardano il contesto stesso dell'esistenza di
questo partito, le relazioni che intrattiene o che sta pianificando
con le istituzioni dell'Unione Europea e, naturalmente, la sua
piattaforma politica ed ideologica.
Cari compagni,
la cooperazione e l'azione comune tra i
partiti comunisti ed operai
così come tra le forze, i movimenti ed i partiti antimperialisti sono
in generale una condizione essenziale per lo sviluppo delle lotte e
del rovesciamento degli equilibri sfavorevoli nei rapporti di forza in
Europa e nel resto del mondo.
Questa cooperazione deve assolutamente
migliorare e deve poggiare sul
rispetto della sovranità e dell'uguaglianza nelle relazioni tra partiti.
Tutto ciò è tanto essenziale e vitale, a
nostro avviso, altrettanto
quanto è pericoloso e nefasto per lo stato futuro ed attuale del
movimento la costituzione di un assembramento di forze differenti in
seno ad un solo partito, con una sua gerarchia interna e dei partiti
"preponderanti", sotto l'egida e le linee di condotta del centro
imperialistico che si chiama Unione europea.
La creazione del PSE esprime, secondo noi,
la tendenza alla
capitolazione assoluta di fronte all'attuale equilibrio negativo dei
rapporti di forza, tendenza che porta ad una nuovo vicolo cieco per il
movimento operaio e di sinistra in Europa. Inoltre questa tendenza,
senza tener conto delle intenzioni e delle dichiarazioni soggettive,
esalta oggettivamente l'accettazione fatalistica dei limiti imposti
dalla "legalità" imperialista. Il PSE, secondo ciò che emerge dalla
lettura del suo manifesto e dei suoi statuti, rigetta le tradizioni
comuniste e l'esperienza delle rivoluzioni socialiste del ventesimo
secolo, così come la teoria del socialismo scientifico.
Dalla sua fondazione fino ad oggi, ci sono
stati diversi sviluppi e
diverse prove che confermano questa posizione:
# Il programma del PSE non fa in nessun
modo riferimento al socialismo
come un suo obiettivo.
# Secondo i suoi documenti, è evidente che
la sua fondazione è stata
la risultante di un processo tra i più oscuri. Questi documenti
stabiliscono una relazione evidente con la deviazione fallimentare del
cosiddetto "eurocomunismo" e la sua ostilità verso il movimento
comunista e di liberazione.
# Si dichiara apertamente l'ostilità al
socialismo, così come
l'abbiamo conosciuto in Europa ed in URSS nel ventesimo secolo.
Minimizza e calunnia il contributo ed il ruolo stesso di questo
socialismo. Minimizza di molto persino le responsabilità
dell'imperialismo nel fascismo e nella guerra disprezzando in maniera
evidente il ruolo di avanguardia dei partiti comunisti nella
resistenza dei popoli.
# Riprende la becera posizione
anticomunista che afferma che i partiti
comunisti fossero patrocinati da forze esterne ai propri paesi e, più
precisamente, da Mosca. Sviluppa tutta la discussione che riguarda la
"condanna dello stalinismo" e, simultaneamente, riprende l'offensiva
anticomunista delle classi dirigenti a proposito del 60° anniversario
della vittoria sul fascismo. Questo dimostra chiaramente fino a che
punto il suo orientamento ideologico è invischiato con la corrente
anticomunista contemporanea.
# La stupefacente assenza di una qualsiasi
iniziativa per resistere
alle macchinazioni antidemocratiche ed anticomuniste e l'assenza di
sostegno alle lotte antimperialiste non è casuale.
Per questo non c'è nessuna reazione da parte sua (del PSE, ndt) al
fatto che diversi partiti comunisti in Europa sono dichiarati
illegali. E nessuna reazione c'è stata alla mozione anticomunista,
proposta all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, che mira
all'esclusione dei comunisti dalle elezioni. Non il minimo sostegno
neanche ad uno degli avvenimenti antimperialisti mondiali più
importanti, ossia il XVI° Festival Mondiale della Gioventù e degli
Studenti.
# Il PSE rifiuta il principio di base
dell'uguaglianza, del rispetto
della sovranità e della non ingerenza negli affari interni dei
partiti. Prevede una "affiliazione individuale", entra nel merito "del
modo in cui i partiti-membri nazionali garantiscono la democrazia e
l'indipendenza nella espressione delle opinioni al loro interno".
Nessuno si stupirà, allora, se ci sono stati già tre casi, finora, in
cui il PSE è intervenuto negli affari interni di alcuni partiti-membri.
# In un momento in cui il trattato
costituzionale è morto, e in cui
una nuova dinamica positiva emerge in seno all'Europa, confutando gli
argomenti secondo i quali i popoli dovrebbero "accettare l'Europa in
quanto realtà", il PSE è il primo a rilanciare questo argomento e a
parlare della necessità di "proposte di alternative concrete in vista
di un'altra costituzione europea". Ecco che rimette la questione sul
tavolo persino prima che i dirigenti stessi dell'UE pensino di
rilanciarla.
Noi siamo dell'avviso che gli elementi
sopra citati rafforzino il
nostro punto di vista che il PSE sta imboccando una strada pericolosa
- l'impasse - che conduce all'estinzione dell'identità comunista e
all'integrazione in seno alle strutture dell'UE.
Inoltre, mina gli sforzi di coordinamento e di cooperazione su base
egualitaria dei partiti comunisti, di quelli operai e di quelli di
sinistra nella loro opposizione al centro imperialistico europeo e,
più in generale, al sistema capitalista.
Cari compagni,
durante questo periodo, nel nostro paese
così come in Europa, si sta
sviluppando una lotta di classe accanita contro le linee politiche
reazionarie, esaltate dalla strategia di Lisbona, e contro la
direzione generale dell'UE. La messa in piedi di questo congresso e il
perseguimento del rafforzamento di questa formazione filo-UE non hanno
niente di positivo da offrire alle lotte che si stanno sviluppando. Al
contrario, questa formazione entrerà in conflitto con le speranze e le
attese dei lavoratori e dei giovani nei partiti e nelle forze
comuniste ed anticapitaliste.
Saluti da compagni
Dimitris Kutsumpas,
membro dell'Ufficio Politico del CC del KKE