VOGLIONO
TRASFORMARE LA PUGLIA IN COMPLETA SERVITU’ DEGLI USA
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redazione pugliese Nuova Unità -----
Mentre ancora non si spengono gli echi della lotta del popolo di
Scanzano per evitare che quelle terre si trasformino in una pattumiera di scorie
nucleari, c’è chi pensa all’avvenire della terra e del popolo pugliesi.
L’imperialismo made in USA ha puntato molto sulla Puglia: evidentemente, nello
scacchiere geopolitico mondiale, la posizione dei territori appuli fa gola,
affacciati come sono ai Balcani e al Medio Oriente. Siamo solo nel campo delle
ipotesi? Vediamo.
Recentemente Donald Rumsfeld, segretario di Stato americano, ha chiesto
che venga modificata la struttura delle unità impegnate nella Nato. In questo
piano, la Sesta flotta lascerebbe Gaeta in favore di un porto militare allocato
più favorevolmente. Taranto potrebbe far parte dei piani a stelle e strisce; in
favore dello scalo militare jonico, gioca la realizzazione della nuova stazione
navale in Mar Grande. Prossima alla consegna – il 10 giugno sarà
ufficialmente inaugurata dal Presidente della Repubblica – la base è stata,
in parte, realizzata con fondi della Nato. Il porto tarantino viene considerato
così sicuro, a tal punto da essere utilizzato lo scorso ottobre dai servizi
segreti occidentali per l’operazione che ha portato al sequestro della
tecnologia atomica destinata alla Libia di Gheddafi. Inoltre, il movimento
pacifista di terra jonica, ha collegato la visita all’autorità portuale di
una delegazione statunitense interessata, nelle versioni ufficiali, solo
all’avvio di scambi di natura commerciale, con il progetto della nuova base
navale USA.
Per quanto riguarda Brindisi, il deputato verde Bulgarelli ha
recentemente scritto un’interrogazione parlamentare in cui chiede se per il
porto (salito alle cronache per i nuovi investimenti di British Gas) sarebbe in
progetto un sito dove far attraccare, all’occorrenza, sommergibili nucleari di
USA, Francia e Russia. Sarebbe così plausibile la costruzione di una terza base
militare americana, a Taranto, in diretto contatto con i comandi generali della
marina statunitense e, dunque, neanche alle dipendenze della Nato. Questo sito
brindisino, è da rilevarsi, insisterebbe nella stessa zona sulla quale verrà
costruito il rigassificatore della British Gas. Una vera e propria bomba, dunque
e il Comando terza divisione navale di Brindisi non ha emesso nessun comunicato
di smentita finora.
Se le ipotesi risulteranno vere, la Puglia rischia davvero di diventare
un unico presidio militare delle forze imperialiste. Nell’uno e nell’altro
caso, poi, la pericolosità è determinata dalla vicinanza con le zone
industriali. La classe politica locale, a prevalenza di centro-destra, straparla
e blatera di turismo e ambiente come risorsa nuova su cui puntare per lo
sviluppo regionale, ma tace o minimizza su queste pianificazioni devastanti e
minacciose che violentano le reali vocazioni del popolo e del territorio
pugliesi. E, come per Scanzano, la vicenda non può non far conseguire
l’organizzazione di una mobilitazione nazionale, per evitare la completa
servitù imperialista del nostro paese.
frame ©Lavoro Politico-Linea Rossa