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nr.3 - nuova serie - ottobre 2001

 Fulvio Grimaldi

"MA SCUSI NON E’ STATO AL SERVIZIO DEGLI AMERICANI DA SEMPRE, QUESTO BIN LADEN?"


L’attacco alle torri e al Pentagono sembra aver seminato scintille nelle teste di molti compagni e per la prima volta in parecchio tempo leggo analisi serie e interessanti. Aggiungo un pensierino. Stasera da Santoro c’era il trio della banda musicale CIA e Mossad: Annunziata, Magdi Allam e Luigi Caligaris. Oggetto del massimo interesse nel contesto della Terza Guerra Mondiale, per cui in particolare sbavava la nota Lucia Annunziatenstein, era ovviamente l’eterno Bin Laden. La Lucy gli affiancava subito gli stati fiancheggiatori e, guarda un pò, sono Iraq, Siria e Iran, proprio quelli per i quali sono in preparazione attacchi strategici del pacifista Sharon. Il Magdi Bin Allam nell’illustrare le nefandezze di Bin Laden in giro per il mondo, per un’improvvisa amnesia si scordava della sua lunga carriera CIA (mai interrotta). Così il generale da varietà Caligaris. Del Lutwack che spara bombe di merda non fa conto parlare. Quando Santoro al Caligaris ha fatto rotolare tra i piedi la granata "Ma scusi non è stato al servizio degli americani da sempre, questo Bin Laden?" generale, Allam da Langley e Lucy Annunziasharon cadevano in deliquio e farfugliavano imbarazzi.

Allora, precisiamo per il beneficio di questi comunicatori da minareto afghano. Osama Bin Laden è il fiduciario USA e CIA nella guerra degli ottenebrati taliban contro il governo progressista, laico e democratico di Najibullah, amico dei sovietici. I soldi, le armi e il sostegno logistico e propagandistico pompato dalla CIA nella banda Bin Laden porta i pretonzoli islamici alla vittoria e il paese alle barbarie. Due colpi sono riusciti:

Gli USA sono, seppure per proxy, al confine sovietico e possono pianificare la costruzione del più grande oleodotto dal Caucaso a Karachi e alla loro colonia nell’isola strategica di Garcia, massima base USA nell’Oceano Indiano; secondo, i taliban si adopereranno per sostituire gli inaffidabili colombiani, pressati ed angustiati dalla guerriglia comunista, come centrale mondiale di produzione e smistamento della droga destinata ad alimentare altri eserciti mercenari, banche svizzere e monddiali e a distruggere generazioni di giovani oppositori ovunque, nonchè ad alimentare l’ondivago sistema finanziario mondiale per permettere le manovre genocide del FMI e della BM.

Poi, dicono i moderati, Bin Laden, cambia casacca. Da eroe del l’american way of life a fanatico antagonista del capitalismo, dell’imperialismo, della cristianità, di Israele. Stupefacente. In quattro e quattr’otto. Come Sofri (Liguori, De Aglio, Mieli, Marcenaro, Lerner, Ferrara... in senso inverso: dai cortei per i palestinesi e contro il mostro USA, ai corteggiamenti e servizi per Israele e USA) Credibile?

Credibile come Abu Nidal, il Bin Laden degli anni’70-80. Lo intervistai, rottame umano che fumava trenta sigarette all’ora, in Iraq, dove si era rifugiato dopo essere stato cacciato dalla Siria. Era il 1980. Stava in un campetto militare, con qualche dozzina di armati, non capiva un cazzo di politica e ripeteva come il pappagallo del gentile Mantovani formulette antisioniste ed antiamericane. Gli iracheni lo studiarono, lo segregarono e poi, dopo poco, lo cacciarono verso destinazione ignota. Era lo spauracchio del mondo, il terrorista numero uno, l’assassino dei migliori e più radicali dirigenti palestinesi, il provocatore al servizio dei colpi di mano israeliani. Con un attentato fasullo a Londra, spianò l’assalto di Sharon al Libano e le stragi di 30.000 risalendo a Beirut e di 3-4000 donne, bambini, vecchi, a Sabra e Shatila, a fedajin partiti dal Libano con la garanzia occidentale della protezione dei campi, subito tradita. Poi scomparve. Quanto a Osama Bin Laden, è di ieri il suo lavoro per consegnare agli USA, al Pakistan filo-USA e ai monaci taliban un enorme paese come l’Afghanistan. Ma, al di là delle attribuzioni a Bin Laden degli attentati alle ambasciate USA a Nairobi e Dar Es Salam (1995), per poter mettere fuori gioco la più grande fabbrica farmaceutica dell’Africa, in Sudan, a vantaggio delle multinazionali farmaceutiche USA - stesso meccanismo di Abu Nidal - Bin Laden è il provato e documentato comandante pagatore addestratore, armatore e speditore di tutti i mercenari integralisti che lavorano con gli ascari criminali degli USA nelle varie zone di crisi accese dagli USA e dove penetrano le armate e gli interessi USA: Kosovo, Macedonia, Cecenia,Algeria. In queste operazioni Bin Laden è aiutato e finanziato dai sauditi. Sono numerosi i mercenari afghani - o altri, ma addestrati da Bin Laden - catturati, interrogati, confessi e imprigionati in Jugoslavia, Algeria (dove sono al centro del terrorismo islamico finalizzato a destabilizzare il governo di Bouteflika e a ricattarlo a favore delle multinazionali USA, di recente entrati alla grande nel petrolio algerino, e a disfavore dgli interessi francesi, che invece serpeggiano nella rivolta dei kabili). Mercenari afghani addestrati da Bin Laden sono in carcere nella zona controllata da Massud e sono stati intervistati da giornalisti occidentali, nonchè nello XinYang, dove lavorano all’intossicazione separatista contro la Cina. Ovunque l’imperialismo USA è all’opera, troviamo al suo fianco, fanteria di tagliagole e impalatori, gli uomini di Bin Laden.

Ma Bin Laden e i sauditi sono uomini d’onore... cioè autentici terroristi antiamericani...

O no?

Bin Laden fiancheggia con combattenti le azioni militari USA, UCK, di Basajev in Cecenia (altro amico di Sofri), dei forsennati d’Algeria, e, come risulta da catture, anche i separatisti filippini ed indonesiani. Nessuna grande nazione, magari multinazionale come la Jugoslavia, sul cammino del cristiano rullo compressore imperialista. Frantumare, smembrare, dividere, quanto meno tenere in costante fibrillazione e destabilizzazione. Ma Bin Laden compie anche un atto di guerra contro gli USA sfasciandogli i simboli del potere capitalista e militarista. Con l’Air Force, la Navy, la Army, la CIA, la NSA , l’FBI e Echelon che osservano. Cos’è, un giochino da Settimana Enigmistica? Un ossimoro del povero reduce Marcos?

O è un nuovo Abu Nidal, che, come quello aveva spianato la strada al macellaio Sharon per la madre di tutti i terrorismi a Sabra e Shatila, ora spiana la strada al ricoverando Bush e allo stesso Sharon (con sulle spalle le cornacchie Lucy e Magdi) per togliersi la soddisfazione di polverizzare palestinesi, iracheni, iraniani e, magari, a copertura, un po’ di afghani? E nel contempo togliersi di torno le zanzare veggenti, i Tiresia e le Cassandre, dell’antimperialismo anticapitalista?

Una cosa è certa. Il quasi monopolio dell’eroina concesso dagli USA e dalla sua mafia all’Afghanistan non crollerà, magari verrà amministrato da altri appaltatori, ma continuerà a funzionare al servizio di tutte le cosiddette globalizzazioni, militari ed economiche. E finchè c’è oppio, c’è un Afghanistan sotto il tallone USA. E un’altra cosa è certa. La necessità urgente e imprescindibile di stare con l’Iraq, con i serbi veri, con i patrioti macedoni, con i palestinesi, con i siriani, con i sudanesi, con i congolesi, con i russi in Cecenia e, anche se obtorto collo perchè non di gran governo si tratta, con l’Algeria del FLN. A cui, del resto, come Festival Mondiale della Gioventù comunista abbiamo dato un salutare scossone e molta materia da digerire.

Tutto il terrorismo del dopoguerra è tutto di Stato.

 Fulvio Grimaldi

inviata per e-mail il 18 settembre 2001


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