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nr.4 - nuova serie - gennaio 2002

PER UN BILANCIO CRITICO DELL'ESPERIENZA COMUNISTA STORICA, SENZA RIPUDI E LIQUIDAZIONISMI

Proposta Dubla per una battaglia sulla tesi 53 della maggioranza congressuale

 

SOSTITUZIONE EMENDATIVA 

da TESI 53 - COMUNISMO CONTRO STALINISMO a

TESI 53 – PER UN BILANCIO CRITICO DELL’ESPERIENZA COMUNISTA STORICA, SENZA RIPUDI E LIQUIDAZIONISMI

 

Punto cardine del progetto della rifondazione comunista è un bilancio critico dell’esperienza del ‘socialismo reale’ e di tutto ciò che sta alle spalle del terzo millennio appena iniziato, ma che come marxisti affrontiamo senza ripudi e liquidazionismi , anzi, con gli strumenti propri della nostra tradizione, il marxismo e il leninismo.

Noi comunisti italiani, in particolare, abbiamo delle solide fondamenta su cui poggiare quel bilancio: la ricca e feconda storia del Partito Comunista Italiano, quel PCI che fu reso partito di quadri e di massa, nelle sue varie fasi, anche grazie alla ricca elaborazione e prassi di Antonio Gramsci. Gramci fu interprete creativo del leninismo e riuscì non solo ad essere comunista del suo tempo, ma anche, e soprattutto, a costruire categorie coerenti con la visione del mondo marxista andando oltre il proprio tempo storico.

·         E’ la metodologia gramsciana che va applicata nella lettura della nostra storia, come egli disse, che si sviluppava in un mondo “grande e terribile”. E anche su un nodo spinoso e controverso, quale quello dello ‘stalinismo’, l’analisi nostra non può essere a rimorchio o in coda dell’offensiva dei reazionari di ogni specie e di ogni tempo. La chiave politica per l’interpretazione storica è sempre stata oggetto di controversie e dibattiti accademici fra gli storici di professione; ma l’uso politico della storia è tipico della cultura dominante, che tende a “liquidare” il patrimonio storico delle classi avverse. Ciò non stupisce nessun marxista, che legge la storia secondo le diottrie della lotta di classe: dunque, anche il giudizio storico è parte della lotta delle classi. Nei suoi circa 150 anni di storia, il movimento operaio organizzato e il movimento comunista internazionale, ha accumulato esperienze, eroismi ed errori: chi si pone il compito di rifondare, all’altezza delle sfide del XXI secolo, il partito comunista per la definitiva emancipazione delle classi oppresse, può e deve ragionare sui nodi storici rilevanti, ma non può riservarsi atteggiamenti liquidazionisti o tipici del revisionismo storico e politico. E’ uno spazio che volentieri le classi dirigenti amano lasciare alle anime ‘belle’, per cui ripartire da un “anno zero” per riprogettare la resurrezione sociale è un bel modo per evitare l’analisi storica profonda, che dovrebbe invece essere condotta non solo con il dovuto rigore filologico e la documentazione scientifica, ma con lo strumento che tutti coloro che si richiamano al marxismo dovrebbero utilizzare: il materialismo storico.

La necessità di un aggiornamento adeguato alle fasi storiche della teoria e dell’impianto “paradigmatico” di tipo scientifico elaborati da Marx, Engels e Lenin, la giusta esigenza di ‘ammodernare’ l’analisi per renderla adeguata alle cosiddette condizioni oggettive, sono stati in passato il pretesto per una revisione degli stessi princìpi da parte di chi sostanzialmente li rifiutava in quanto tali. La confusione è appunto quella tra ‘revisione’ dei princìpi e analisi di fase e/o analisi “differenziata”.

Nella valutazione degli errori e limiti, nonché di alcuni inevitabili insuccessi nella costruzione del primo stato socialista, non bisogna invertire il principale con il secondario: quei limiti, che sono evidentemente anche i limiti e gli errori dello stalinismo, sono aspetti che non riguardano la sostanza fondamentale dell’intrapresa sovietica, la prima vera e compiuta dimensione statuale del socialismo, in  un paese che in breve tempo riesce a raggiungere traguardi inimmaginabili e costituisce un possente baluardo contro l’imperialismo.

L’idea di fondo è che il bilancio critico dell’esperienza storica, necessario e fecondo esercizio di autocritica per l’analisi di fase e la progettazione strategica di un partito comunista, deve essere scevro da strumentalismi ed utilizzare le possenti armi dialettiche ed ermeneutiche della propria stessa tradizione. Oggi come ieri.

 

 Ferdinando Dubla,
Comitato Politico pugliese

Emendamento presentato al CPF di Taranto del PRC il 10/12/2001- Presentabile in ogni congresso di circolo e di federazione dalle istanze di base, sottoscrivendolo a proprio nome


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