PER UN BILANCIO CRITICO DELL'ESPERIENZA COMUNISTA STORICA, SENZA RIPUDI E LIQUIDAZIONISMI
Proposta Dubla per una battaglia sulla tesi 53 della maggioranza congressuale
SOSTITUZIONE EMENDATIVA
da
TESI 53 - COMUNISMO CONTRO STALINISMO a
TESI
53 –
PER UN BILANCIO CRITICO DELL’ESPERIENZA COMUNISTA STORICA, SENZA RIPUDI E
LIQUIDAZIONISMI
Punto cardine del progetto della rifondazione comunista è un
bilancio critico dell’esperienza del ‘socialismo reale’ e di tutto ciò
che sta alle spalle del terzo millennio appena iniziato, ma che come marxisti
affrontiamo senza ripudi e liquidazionismi , anzi, con gli strumenti propri
della nostra tradizione, il marxismo e il leninismo.
Noi comunisti italiani, in particolare, abbiamo delle solide
fondamenta su cui poggiare quel bilancio: la ricca e feconda storia del Partito
Comunista Italiano, quel PCI che fu reso partito di quadri e di massa, nelle sue
varie fasi, anche grazie alla ricca elaborazione e prassi di Antonio Gramsci.
Gramci fu interprete creativo del leninismo e riuscì non solo ad essere
comunista del suo tempo, ma anche, e soprattutto, a costruire categorie coerenti
con la visione del mondo marxista andando oltre il proprio tempo storico.
·
E’ la metodologia gramsciana che va applicata nella
lettura della nostra storia, come egli disse, che si sviluppava in un mondo
“grande e terribile”. E anche su un nodo spinoso e controverso, quale quello
dello ‘stalinismo’, l’analisi nostra non può essere a rimorchio o in coda
dell’offensiva dei reazionari di ogni specie e di ogni tempo. La chiave
politica per l’interpretazione storica è sempre stata oggetto di controversie
e dibattiti accademici fra gli storici di professione; ma l’uso politico della storia
è tipico della cultura dominante, che tende a “liquidare” il patrimonio
storico delle classi avverse. Ciò non stupisce nessun marxista, che legge la
storia secondo le diottrie della lotta di classe: dunque, anche il giudizio
storico è parte della lotta delle classi. Nei suoi circa 150 anni di storia, il
movimento operaio organizzato e il movimento comunista internazionale, ha
accumulato esperienze, eroismi ed errori: chi si pone il compito di rifondare,
all’altezza delle sfide del XXI secolo, il partito comunista per la definitiva
emancipazione delle classi oppresse, può e deve ragionare sui nodi storici
rilevanti, ma non può riservarsi atteggiamenti liquidazionisti o tipici del
revisionismo storico e politico. E’ uno spazio che volentieri le classi
dirigenti amano lasciare alle anime ‘belle’, per cui ripartire da un “anno
zero” per riprogettare la resurrezione sociale è un bel modo per evitare
l’analisi storica profonda, che dovrebbe invece essere condotta non solo con
il dovuto rigore filologico e la documentazione scientifica, ma con lo strumento
che tutti coloro che si richiamano al marxismo dovrebbero utilizzare: il
materialismo storico.
La necessità di un aggiornamento adeguato alle fasi
storiche della teoria e dell’impianto “paradigmatico” di tipo scientifico
elaborati da Marx, Engels e Lenin, la giusta esigenza di ‘ammodernare’
l’analisi per renderla adeguata alle cosiddette condizioni oggettive, sono
stati in passato il pretesto per una revisione degli stessi princìpi da parte
di chi sostanzialmente li rifiutava in quanto tali. La confusione è appunto
quella tra ‘revisione’ dei princìpi e analisi di fase e/o analisi
“differenziata”.
Nella
valutazione degli errori e limiti, nonché di alcuni inevitabili insuccessi
nella costruzione del primo stato socialista, non bisogna invertire il
principale con il secondario: quei limiti, che sono evidentemente anche i limiti
e gli errori dello stalinismo, sono aspetti che non riguardano la sostanza
fondamentale dell’intrapresa sovietica, la prima vera e compiuta dimensione
statuale del socialismo, in un
paese che in breve tempo riesce a raggiungere traguardi inimmaginabili e
costituisce un possente baluardo contro l’imperialismo.
L’idea di fondo è che il bilancio critico dell’esperienza storica,
necessario e fecondo esercizio di autocritica per l’analisi di fase e la
progettazione strategica di un partito comunista, deve essere scevro da
strumentalismi ed utilizzare le possenti armi dialettiche ed ermeneutiche della
propria stessa tradizione. Oggi come ieri.
Ferdinando
Dubla,
Comitato Politico pugliese
Emendamento
presentato al CPF di Taranto del PRC il 10/12/2001- Presentabile in ogni
congresso di circolo e di federazione dalle istanze di base, sottoscrivendolo a
proprio nome
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