Michele Ludovico
UN IMPEGNO EDITORIALE
Quanto
tempo è passato da quell’aprile 1963, in cui un manipolo di coraggiosi, fra
cui Maria Arena e Giuseppe Regis (la prima appassionata sinologa, l’altro
valente studioso di economia) si impegnò a dar vita alle Edizione Oriente di
Milano? Quarant’anni cronologici, una intera epoca storica effettiva.
Cosa
ci spinge oggi, a quarant’anni di distanza, a fondare una cooperativa
editoriale (“La luna e il dito”) per la nuova Editrice Oriente? La stessa
passione di ieri, convinzioni radicate, ma anche la coscienza di sfidare il
tempo presente con l’intelligenza e l’accortezza che questo nostro tempo ci
impone.
La
borghesia imperialista parte dal presupposto di essere eterna classe egemone, ma
inevitabilmente essa sarà sopraffatta dal proletariato, lo stesso che ora
combatte le guerre dei “grandi” perché il capitalismo non collassi su se
stesso e venga quindi soppiantato da una società socialista.
La
NUOVA EDITRICE ORIENTE
non é che solo un segmento inserito in un processo storico che richiede secoli
per esaurirsi in ciò che noi definiamo comunismo.
Ai comunisti non é dato sapere a che distanza di tempo sia il traguardo, ma la
consapevolezza, meglio la coscienza, che il nostro contributo non sia vano e
inutile. Questa é una certezza che va oltre il limite umano, ovvero cercare il
modo di non avere come unità di misura la propria vita. Nel corso della storia
dell’umanità molti sistemi tra cui quelli di produzione, di distruzione, di
trasporto, ecc., si sono modificati e migliorati, ma lo strumento libro permane
ancora. Ad esso é affidato un compito cruciale per la storia dell’umanità, e
di cui non se ne può fare a meno, il compito cioè di tramandare le memorie
oltre il limitato tempo di una vita umana. Chi si illude che la tecnologia possa
sostituirlo in toto (altra cosa è integrarlo)
non si é accorto che alla base di essa c’é la lettura su carta
stampata perché si possa
usare al meglio la tecnologia stessa. Il libro é definito anche un’arma dalla
stessa borghesia, un’arma ancor più antica dei sofisticati tipi di armamenti
moderni: questi superano di gran lunga le lance con punta in pietra, che
logicamente sono in disuso, mentre il libro, considerato come potenziale nemico
della borghesia, é di gran lunga più vecchio delle micidiali armi del XXI
secolo. Il passo é breve: un libro é innocuo se non letto, per la borghesia,
ma nel momento in cui il libro diviene nemico numero uno della borghesia
imperialista, quest’ultima non può nulla contro di esso: come puoi fare una
guerra contro i libri? Certo c’è stato il fascismo, il nazismo, il rogo delle
opere dell’intelletto umano, ma il fumo acre di quei libri ha soffocato gli
stessi carnefici. E certo, ci sono libri e libri, nell’epoca del monopolio
imperialista dei mass-media egemoni, c’è il libro nero del comunismo
di Courtois, ma paradossalmente anche questo libello propagandistico della
reazione più torva, è e sarà testimonianza di come, espropriando dello
strumento cultura la borghesia, questa resterà col lume della ragione ormai
spento. A questo punto la borghesia é disarmata , non può più nulla neanche
con le sue stesse armi! Solo così si può spiegare l’accanimento contro i
“maestri” della storia del comunismo, contro coloro che per la borghesia
sono fantasmi da esorcizzare, mentre per noi sono memoria vivente attraverso le
letture dello strumento editoriale. E la nostra non é una mera attività
editrice, ma un vero e proprio impegno editoriale.
La
Cina, è lontana, o ancor vicina? La nostra sfida alla globalizzazione è
questa: non solo la Cina, l’oriente e l’occidente, il vento dell’est e il
vento dell’ovest, il nord e il sud, è tutto vicino nell’unico grido dei
popoli oppressi e della contaminazione della cultura delle masse popolari, della
prepotente soggettività del proletariato vecchio e nuovo. Sono i nostri maestri
ad indicarci la strada: l’impegno di aver lanciato una sfida noi l’abbiamo
oramai concretizzato, sta a tutti i non stolti ora “guardare
dritto alla luna seguendo la via indicata”.
Michele
Ludovico,
responsabile
NUOVA EDITRICE ORIENTE
Taranto- gennaio 2002
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