Documentazione contro la guerra imperialista
STOP ALLA GUERRA DI AGGRESSIONE CONTRO L'IRAQ
Su iniziativa del Partito Comunista di Boemia-Moravia (Repubblica Ceca), 42 partiti comunisti, operai e di sinistra nel mondo hanno sottoscritto una dichiarazione comune contro la guerra in Iraq
Viviamo
attualmente una fase critica nella quale gli Stati Uniti e la Gran
Bretagna intensificano i preparativi volti a scatenare una nuova guerra
imperialista: una guerra che anche la Nato, in occasione del recente
vertice di Praga, ha deciso di sostenere. In vista di tale guerra, il già
vasto potenziale militare delle basi americane in Europa sta crescendo
considerevolmente. I preparativi di questa guerra d’aggressione hanno
comportato più di una violazione di Costituzioni, leggi, trattati
internazionali di diversi paesi. Recentemente,
l’amministrazione americana ha chiesto ai suoi alleati, attraverso la
Nato, di accordarle facilitazioni supplementari sui loro territori e di
partecipare militarmente alla “occupazione dell’Iraq”. Non
vi è alcun dubbio: i preparativi di guerra sono stati decisi in anticipo,
senza tenere minimamente conto della risoluzione 1441 dell’Onu, del
lavoro degli ispettori, delle misure prese dall’Iraq al fine di
soddisfare le richieste delle Nazioni Unite. E’ sempre più chiaro che i
piani di guerra avranno come obiettivo militare il controllo di una
regione strategica, del suo petrolio e dei suoi mercati. Nello stesso
tempo, si tratta di un tentativo del governo americano di superare la sua
crisi economica e di risolvere i suoi problemi a scapito di altri. La
guerra si tradurrà in enormi perdite tra il popolo iracheno, che ha già
sofferto duramente a causa di anni di embargo, per gli attacchi aerei e a
seguito delle scelte politiche del regime di Saddam Hussein. La
guerra contro l’Iraq, benché il paese stia cooperando con gli ispettori
dell’Onu, soddisfa le mire militari degli Stati Uniti in Medio Oriente
ed è in totale sintonia col loro sostegno al governo di Israele e con la
tolleranza dimostrata nei confronti dell’occupazione repressiva dei
territori palestinesi da parte di Israele. L’aggressione
contro l’Iraq, che poggia sulla nuova dottrina americana degli attacchi
“preventivi”, rischia di destabilizzare tutta la regione e di avere
pesanti conseguenze per la civiltà umana nel suo insieme. Essa
rappresenta una enorme minaccia per la pace e per il diritto
internazionale, creando un precedente per altri atti arbitrari di
aggressione. Nessun argomento o gioco di parole potrebbe giustificare un
qualsivoglia sostegno da parte dell’Onu a questa guerra. Condanniamo
l’atteggiamento dei governi e delle autorità politiche di quei paesi
dell’Unione Europea che non hanno compiuto i passi necessari né fatto
sforzi reali per arrestare questa ingiustificata guerra d’aggressione:
atteggiamento che, in pratica, equivale a sostenere la politica americana
in favore della guerra. La
tensione internazionale cresce di giorno in giorno, cresce la
militarizzione delle relazioni, i bilanci militari godono di forti
incrementi; si assiste alla creazione di nuove “forze di pronto
intervento”, tanto a livello nazionale che in seno alla UE e alla Nato. D’altro
canto, la minaccia di guerra ha dato origine ovunque nel mondo a proteste
ampiamente giustificate e ad una mobilitazione, di un’ampiezza senza
precedenti, dell’opinione pubblica mondiale contro la guerra, contro le
basi americane, contro la Nato e contro la linea politica bellicista dei
relativi governi. Numerosi
Stati ed anche movimenti che riuniscono intellettuali, artisti, uomini
politici, diplomatici non coinvolti nell’escalation militare, spingono
in favore di una soluzione pacifica della questione. I
nostri partiti, che hanno già lanciato diverse iniziative, giocano un
ruolo attivo nel vasto movimento contro la guerra e reclamano una
mobilitazione ancora più massiccia dei popoli. Dobbiamo intensificare la
campagna contro la guerra tra la gente, nei luoghi di lavoro, nei
sindacati, nei media, nei Parlamenti, ovunque sia possibile farlo. Dobbiamo
arrestare questa guerra d’aggressione contro l’Iraq. Dobbiamo mettere
tutti in guardia contro i tentativi delle grandi potenze di imporre il
loro ricatto alle Nazioni Unite. Dobbiamo opporci ad ogni forma di
partecipazione e sostegno dell’Europa alla guerra. Esigiamo
che i nostri paesi non forniscano agli Stati Uniti alcun aiuto militare né
alcuna sorta di facilitazione che permetta loro di raggiungere i loro
obiettivi aggressivi. 5 febbraio 2003 AKEL ( Partito progressista dei lavoratori, Cipro) Alleanza Rosso-verde di Danimarca Izquierda Unida, Spagna Movimento della Sinistra Unita, Lussemburgo Nuovo Partito comunista di Gran Bretagna Nuovo Partito comunista di Jugoslavia Nuovo Partito comunista dei Paesi Bassi Partito comunista tedesco (DKP) Partito comunista australiano Partito comunista austriaco Partito comunista bulgaro Partito comunista cileno Partito comunista d’Israele Partito comunista di Boemia e Moravia Partito comunista di Gran Bretagna Partito comunista di Grecia (KKE) Partito comunista della Federazione russa Partito comunista di Norvegia Partito comunista di Slovacchia Partito comunista di Turchia Partito comunista del Canada Partito comunista di Danimarca Partito comunista dei popoli di Spagna Partito comunista del Sudan Partito comunista spagnolo Partito comunista finlandese Partito comunista irakeno Partito comunista irlandese Partito comunista operaio di Bosnia-Erzegovina Partito comunista polacco Partito comunista portoghese Partito comunista siriano Partito dei comunisti di Bielorussia Partito dei comunisti messicani Partito del lavoro del Belgio (PTB) Partito operaio di Ungheria (Munkaspart) Partito socialista operaio di Croazia Partito socialista lettone Partito socialista rumeno Partito Tudeh dell’Iran Partito della rifondazione comunista (Italia) |
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