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nr.7 - nuova serie - febbraio 2003

 Documentazione contro la guerra imperialista 

   STOP ALLA GUERRA DI AGGRESSIONE CONTRO L'IRAQ

  Su iniziativa del Partito Comunista di Boemia-Moravia (Repubblica Ceca), 42 partiti comunisti, operai e di sinistra nel mondo hanno sottoscritto una dichiarazione comune contro la guerra in Iraq

 

Viviamo attualmente una fase critica nella quale gli Stati Uniti e la Gran Bretagna intensificano i preparativi volti a scatenare una nuova guerra imperialista: una guerra che anche la Nato, in occasione del recente vertice di Praga, ha deciso di sostenere. In vista di tale guerra, il già vasto potenziale militare delle basi americane in Europa sta crescendo considerevolmente. I preparativi di questa guerra d’aggressione hanno comportato più di una violazione di Costituzioni, leggi, trattati internazionali di diversi paesi.

Recentemente, l’amministrazione americana ha chiesto ai suoi alleati, attraverso la Nato, di accordarle facilitazioni supplementari sui loro territori e di partecipare militarmente alla “occupazione dell’Iraq”.

Non vi è alcun dubbio: i preparativi di guerra sono stati decisi in anticipo, senza tenere minimamente conto della risoluzione 1441 dell’Onu, del lavoro degli ispettori, delle misure prese dall’Iraq al fine di soddisfare le richieste delle Nazioni Unite. E’ sempre più chiaro che i piani di guerra avranno come obiettivo militare il controllo di una regione strategica, del suo petrolio e dei suoi mercati. Nello stesso tempo, si tratta di un tentativo del governo americano di superare la sua crisi economica e di risolvere i suoi problemi a scapito di altri.

La guerra si tradurrà in enormi perdite tra il popolo iracheno, che ha già sofferto duramente a causa di anni di embargo, per gli attacchi aerei e a seguito delle scelte politiche del regime di Saddam Hussein.

La guerra contro l’Iraq, benché il paese stia cooperando con gli ispettori dell’Onu, soddisfa le mire militari degli Stati Uniti in Medio Oriente ed è in totale sintonia col loro sostegno al governo di Israele e con la tolleranza dimostrata nei confronti dell’occupazione repressiva dei territori palestinesi da parte di Israele.

L’aggressione contro l’Iraq, che poggia sulla nuova dottrina americana degli attacchi “preventivi”, rischia di destabilizzare tutta la regione e di avere pesanti conseguenze per la civiltà umana nel suo insieme. Essa rappresenta una enorme minaccia per la pace e per il diritto internazionale, creando un precedente per altri atti arbitrari di aggressione. Nessun argomento o gioco di parole potrebbe giustificare un qualsivoglia sostegno da parte dell’Onu a questa guerra.

Condanniamo l’atteggiamento dei governi e delle autorità politiche di quei paesi dell’Unione Europea che non hanno compiuto i passi necessari né fatto sforzi reali per arrestare questa ingiustificata guerra d’aggressione: atteggiamento che, in pratica, equivale a sostenere la politica americana in favore della guerra.

La tensione internazionale cresce di giorno in giorno, cresce la militarizzione delle relazioni, i bilanci militari godono di forti incrementi; si assiste alla creazione di nuove “forze di pronto intervento”, tanto a livello nazionale che in seno alla UE e alla Nato.

D’altro canto, la minaccia di guerra ha dato origine ovunque nel mondo a proteste ampiamente giustificate e ad una mobilitazione, di un’ampiezza senza precedenti, dell’opinione pubblica mondiale contro la guerra, contro le basi americane, contro la Nato e contro la linea politica bellicista dei relativi governi.

Numerosi Stati ed anche movimenti che riuniscono intellettuali, artisti, uomini politici, diplomatici non coinvolti nell’escalation militare, spingono in favore di una soluzione pacifica della questione.

I nostri partiti, che hanno già lanciato diverse iniziative, giocano un ruolo attivo nel vasto movimento contro la guerra e reclamano una mobilitazione ancora più massiccia dei popoli. Dobbiamo intensificare la campagna contro la guerra tra la gente, nei luoghi di lavoro, nei sindacati, nei media, nei Parlamenti, ovunque sia possibile farlo.

Dobbiamo arrestare questa guerra d’aggressione contro l’Iraq. Dobbiamo mettere tutti in guardia contro i tentativi delle grandi potenze di imporre il loro ricatto alle Nazioni Unite. Dobbiamo opporci ad ogni forma di partecipazione e sostegno dell’Europa alla guerra.

Esigiamo che i nostri paesi non forniscano agli Stati Uniti alcun aiuto militare né alcuna sorta di facilitazione che permetta loro di raggiungere i loro obiettivi aggressivi.

 

5 febbraio 2003

 

AKEL ( Partito progressista dei lavoratori, Cipro)

Alleanza Rosso-verde di Danimarca

Izquierda Unida, Spagna

Movimento della Sinistra Unita, Lussemburgo

Nuovo Partito comunista di Gran Bretagna

Nuovo Partito comunista di Jugoslavia

Nuovo Partito comunista dei Paesi Bassi

Partito comunista tedesco (DKP)

Partito comunista australiano

Partito comunista austriaco

Partito comunista bulgaro

Partito comunista cileno

Partito comunista d’Israele

Partito comunista di Boemia e Moravia

Partito comunista di Gran Bretagna

Partito comunista di Grecia (KKE)

Partito comunista della Federazione russa

Partito comunista di Norvegia

Partito comunista di Slovacchia

Partito comunista di Turchia

Partito comunista del Canada

Partito comunista di Danimarca

Partito comunista dei popoli di Spagna

Partito comunista del Sudan

Partito comunista spagnolo

Partito comunista finlandese

Partito comunista irakeno

Partito comunista irlandese

Partito comunista operaio di Bosnia-Erzegovina

Partito comunista polacco

Partito comunista portoghese

Partito comunista siriano

Partito dei comunisti di Bielorussia

Partito dei comunisti messicani

Partito del lavoro del Belgio (PTB)

Partito operaio di Ungheria (Munkaspart)

Partito socialista operaio di Croazia

Partito socialista lettone

Partito socialista rumeno

Partito Tudeh dell’Iran

Partito della rifondazione comunista (Italia)



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