L’ ascesa di Silvio B.
B.f.
Berlusconi
ha usato metà del suo mandato per avere mano libera e attribuirsi ogni
privilegio; senza dare tregua, ha prodotto la nota sequenza di decreti legge
piegati al suo interesse. Berlusconi provoca, ritratta, e poi prosegue.
Metodicamente demolisce il ruolo dei contrappesi democratici (libertà dei
media, diritto di critica, indipendenza della magistratura, funzione
dell’opposizione…) che lo separano dalla riaffermazione
dell’autoritarismo in Italia.
Il metodo di tenere la popolazione sotto stress con emergenze continue ed
effetti illusionistici non ha carattere solo locale ma si conforma alla
tendenza del nuovo conservatorismo.
La politica di chi oggi dirige gli Stati uniti impone rilanci continui e un
crescente stato di allarme per far passare la progressiva erosione della
democrazia dopo il tragico tradimento perpetrato. Si vedano i recenti
provvedimenti del Patriot Act II emessi dall’amministrazione statunitense
che vanno nella direzione di privare i cittadini delle garanzie costituzionali
e di sottometterli alle nuove leggi poliziesche. E si veda l’atteggiamento
dei personaggi chiave, sempre più ignari delle istituzioni internazionali.
La leadership U.S.- un gruppo di estremisti di destra con un sacco di soldi e
senza nessuno scrupolo - governa con il terrore. La politica estera americana
si risolve nel mantenimento di una preponderanza militare costante. La
superiorità bellica assicura che nessuno, quand’anche dissenziente, possa
nei fatti opporsi alle pretese del “diritto al colpo preventivo”. A questa
rozza politica è affidata la gestione di ogni interesse.
All’interno del grande paese la società, un tempo forte della propria
libertà e democrazia, regredisce; così come l’economia. Con
l’intento di affogare le masse nell’ignoranza con una propaganda fatta di
slogan ricattatori (patriottismo, terrorismo (!) e appelli ad una non ben
certificata volontà popolare), Bush osa solo più parlare davanti a platee di
poliziotti e militari.
Che Berlusconi si sia messo sulla medesima china non è un caso.
La politica italiana soffre, fin dalla conclusione della seconda guerra
mondiale, di una forte soggezione a quella statunitense. Alla sconfitta del
fascismo subentrò l’amministrazione anglo-americana piuttosto che
l’amministrazione congiunta delle potenze vincitrici ( pochi, tra cui
Secchia, ebbero chiara e lucida la percezione delle conseguenze di questo
rapporto).
Con la guerra fredda venne ad instaurarsi, in funzione anticomunista,
una guida politica parallela, in parte non ufficiale e in parte occulta, con
piani estranei al normale funzionamento delle istituzioni democratiche,
costruita sui sedimenti del fascismo, sulla mafia e su formazioni massoniche,
utilizzati come strumenti per attività coercitive capaci di interferire sul
palese, legittimo e costituzionale svolgimento delle attività democratiche.
Berlusconi viene appunto dalla P2. Ora prosegue, in modo non più occulto, la
funzione di appoggiare attivamente l’imperialismo americano in Europa.
Questa dipendenza non si traduce in alcun vantaggio per il paese, che al
contrario si trova invischiato nella torbida politica statunitense con il
crescente tributo di indebite e costose spedizioni militari all’estero e con
il lavorio di contrasto rispetto alle prospettive europee. Per il resto il
governo non è in grado di amministrare il paese ne di affrontare in modo
significativo i problemi quotidiani.
Berlusconi, in un siparietto televisivo, si era prodotto nella stipula
di un contratto con gli italiani. La trovata è priva di alcun valore e
tuttavia truffaldina nella sua proposizione. Nel Leviatano si legge che “chi
adempie per primo al contratto (gli elettori) non ha nessuna garanzia che
l’altro farà successivamente la sua parte (realizzare l’Italia del
Bengodi o lasciare libera la poltrona) perché i vincoli delle parole sono
troppo deboli per frenare l’ambizione, l’avarizia, l’ira e le passioni
umane senza la paura di un potere coercitivo” (che è proprio quello che nel
frattempo Berlusconi si sta destreggiando a rimuovere.
Lo schema compilato a Lorenzago comporta modifiche che stravolgono la
costituzione: rende inamovibile il capo del governo, definito da
un’investitura popolare (elezione diretta, con nome sulla scheda) e gli
conferisce un potere senza contrappesi. Il primo ministro disegna un
Parlamento nel quale i deputati dovranno essergli ben accetti, che potrà
sciogliere a sua discrezione se oserà bocciare decreti con richiesta di
“voto conforme” o sfiduciarlo. Una piccola dittatura.
Certo in Italia è presente il consenso di chi si specchia nel capo e gode del
suo benessere, di chi è contrario alla promozione degli altri e a tutto
quello che sa lontanamente di progressismo. L’Italia è ancora divisa a metà.
Ma il difficile equilibrio tra posizioni opposte, garantito dalla
Costituzione, è stato rotto da parte dell’attuale maggioranza, che si è
sfilata da un patto nel quale non si è mai riconosciuta volentieri. Così
facendo la maggioranza ha assunto la grave responsabilità di aver messo a
rischio la concordia civile.
L’opposizione, per paura e per troppa prudenza, ha rinunciato ad agire con
decisione, sottovalutando i singoli passi del cavaliere che oggi si compongono
in un percorso preciso, che va a creare problemi in primo luogo proprio tra
gli interlocutori più cauti e moderati.
La vasta e partecipata rete di organizzazioni di base nella quale si
strutturavano sinistra e Italia democratica è sempre meno vitale e
consistente. Buttate in un fosso motivazioni e convinzioni profonde,
percezione della storia e capacità di critica, sembra fatale non aspettarsi
riscosse intellettuali ne un’ondata di sdegno in difesa delle conquiste
civili.
Eppure “Gli strappi prodotti dalle leggi di Berlusconi alla costituzione ci
sono e i cittadini hanno il dovere democratico di preoccuparsene”. Sono
parole di un presidente emerito che non possono essere rubricate come
avventuristiche ed eversive. Sarebbe paradossale giudicare adesso eversivo chi
si pone dalla parte della legalità e della Carta Costituzionale.
da
"Qualcosa di sinistra" di Ottobre 2003
18 Settembre 2003
http://www.resistenze.org/
- osservatorio - italia - politica e società - 29-09-03