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Da: Linea-Rossa@yahoogroups.com per conto di Marco Ciceri [marco_ciceri@tiscali.it]
Inviato: venerdì 9 settembre 2005 11.16
A: Linea-Rossa@yahoogroups.com
Oggetto: [Linea Rossa] Fw: 9 september 1976 In memory of Mao Tse-tung
 
 
 
 
 
"LA RIVOLUZIONE NON E' UN PRANZO DI GALA. NON E' UN' OPERA LETTERARIA, UN DISEGNO O UN RICAMO; NON SI PUÒ FARE CON TANTA ELEGANZA, SERENITÀ E DELICATEZZA, NE' PUÒ ESSERE COSI' GARBATA, CORTESE, CONTENUTA E MAGNANIMA. LA RIVOLUZIONE E' UN ATTO DI FORZA"
                                                                                                         
 

IN MEMORIA DI MAO TSE-TUNG NEL 29° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE

(traduz. dal cinese)

 

In un documento del Movimento maoista cinese, tutta l'attualità di un insegnamento per i comunisti di tutto il mondo. Non dunque una mera celebrazione, ma la convinzione che l'emancipazione dei proletari e dei popoli oppressi deve molto e ha ancora tanto bisogno della creativa elaborazione maoista

Il cuore di Mao ha cessato di battere il 9 settembre del 1976. Quello è stato un giorno molto triste, non solo per il popolo cinese, ma anche per tutti i popoli del mondo che aspiravano e aspirano tutt'oggi alla liberazione dalla schiavitù salariata e dall'oppressione imperialista. E’ stato un giorno molto triste anche per noi, studenti cinesi, che grazie al marxismo-leninismo e con il fondamentale apporto e impulso del pensiero di Mao abbiamo dato vita al glorioso Movimento Maoista Cinese.
Anche in noi oggi vi è tristezza perché sentiamo la grande mancanza di Mao sotto il profilo politico, organizzativo e umano, ma nello stesso tempo questa è una bella giornata, perché siamo qui, oggi, tutti riuniti, a rendere omaggio e onore a Mao e a discutere su come i suoi insegnamenti e il suo esempio possano servire ai giovani nella lotta per l'emancipazione.
 
I ragazzi che vogliono trasformare il mondo, ossia cambiare radicalmente la situazione economica, istituzionale, giuridica, sociale, culturale e morale dei loro paesi, non possono che seguire Mao e i suoi insegnamenti. Perché Mao ha dimostrato come si fa. Egli infatti ha cambiato il volto della Cina semifeudale e oppressa dall'imperialismo attraverso la rivoluzione più lunga e complessa della storia. Fare come Mao, è questa la parola d'ordine che dovrebbe ispirare le ragazze e i ragazzi di oggi. E’ la realtà del mondo di oggi e le stesse condizioni dei giovani che lo impongono.
 
Viviamo perciò in paesi dove esistono le classi, le contraddizioni di classe, la lotta di classe, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, le disuguaglianze economiche, territoriali e di sesso, le ingiustizie sociali, la disoccupazione, la povertà, l'emarginazione sociale degli anziani, degli handicappati, dei giovani delle periferie urbane.
In un mondo in cui i pericoli di guerra sono sempre presenti.
 
Il nostro Paese è parte integrante dell'imperialismo che, nonostante quello che dicono i politicanti borghesi esiste ancora, eccome se esiste, ed è più forte che in passato, quando c'era il campo socialista che lo contrastava e la rivoluzione avanzava in tutto il mondo. Questi uomini di governo hanno dilapidato quasi interamente il patrimonio di lotte e di vittorie del proletariato e delle masse popolari dal dopoguerra fino alla grande rivolta giovanile del Settantasette, con grandi sacrifici e patendo gravi lutti.
Tutte le conquiste ottenute sui fronti politico, sociale, sindacale, pensionistico, della tutela e normativa sul lavoro, scolastico e sociale sono diventate merce di scambio per l'entrata di tali voltagabbana nella ``stanza dei bottoni'' e il loro assorbimento nel pantano delle istituzioni borghesi.
 
Non importa quanti sacrifici dovremo fare, quante privazioni dovremo sopportare; non importa il parziale e momentaneo isolamento, la repressione di qualsiasi natura essa sia: poliziesca, sul lavoro, scolastica, familiare; non importa se subiremo delle sconfitte durante il nostro percorso, ci rialzeremo ogni volta a testa alta e con maggior determinazione, impugnando la rossa bandiera della rivoluzione socialista e dell'internazionalismo proletario, procederemo per la nostra strada sicuri che il socialismo è il futuro della classe operaia.
 
Mao dice che ``il popolo, e solo il popolo, è la forza motrice, che crea la storia del mondo'', e noi siamo sicuri che il nostro popolo ci seguirà, i giovani ci seguiranno una volta che avranno capito che cosa bisogna veramente fare per cambiare il mondo e se stessi.
 
Noi abbiamo fiducia negli operai, nei lavoratori, nei disoccupati, negli studenti, nelle donne; abbiamo fiducia nei contadini poveri, negli intellettuali, negli emarginati e nel sottoproletariato se si sapranno mettere al servizio della causa del proletariato; abbiamo fiducia nella piccola borghesia rivoluzionaria se saprà rinunciare all'individualismo, alla velleità di essere la classe dirigente della lotta di classe e all'avventurismo.
 
Abbiamo fiducia in particolare nella giovane classe operaia, negli studenti, nelle ragazze progressiste e rivoluzionarie, poiché i giovani sono i più sensibili alle ingiustizie sociali e i primi a gettarsi nella lotta di classe.
Un grosso onere e onore poggia sulle loro spalle, da essi dipenderà, in una certa misura, per quanto tempo ancora il nostro popolo dovrà languire sotto le forche del capitalismo che, contrariamente a quanto vogliano farci credere, è ancora una realtà.
 
E’ la realtà degli studenti costretti a studiare in scuole e università inadeguate e a volte fatiscenti, con programmi di studio basati sulla metafisica, sul nozionismo borghese e sull'idealismo religioso, con professori molte volte barricati dietro le loro cattedre come fossero gli unici a sapere qualcosa, dovendo poi affrontare mille difficoltà, dal reperimento dei libri di testo e del materiale didattico ai trasporti, all'alloggio, alle rette per poter frequentare l'università. E’ la realtà dei giovani lavoratori sempre più ``atipici'' e supersfruttati e sempre meno tutelati. E’ la realtà dei giovani che vivono in periferie degradate, fatiscenti e abbandonate dalle istituzioni, tanto vicine a parole alle masse in campagna elettorale per poi disattendere le promesse dei politicanti borghesi appena sono stati eletti. E’ la realtà dei minorenni supersfruttati e fatti oggetto di turpi violenze fisiche e sessuali. E’ la realtà dei giovani che non hanno luoghi dove ritrovarsi e instaurare sani rapporti sociali invece dei soliti videogiochi e delle discoteche; che non hanno a disposizione spazi attrezzati dove poter fare sport, coltivare i propri interessi, dove poter soddisfare e sviluppare le proprie attitudini artistiche ed espressive nella musica, nella grafica, nella recitazione, nella letteratura, ecc. ; che non hanno a disposizione biblioteche ben fornite dove poter soddisfare la curiosità, la sete di conoscenza che c'è in ogni giovane.
Questa è la realtà della situazione dei giovani, che noi vogliamo cambiare assieme a loro, non certo quella dei giovani “figli di papà” con la loro vita mondana, che sfoggiano macchine di gran cilindrata, denaro e successo.
 
L’ emancipazione che cerchiamo non vuol dire egoismo, ricerca esclusiva del benessere personale, arricchirsi e fare carriera sfruttando i lavoratori, bensì cancellare ogni forma di ingiustizia sociale e di disuguaglianza sociale e territoriale, nella lotta incessante per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse e per trasformare il mondo e se stessi.
 
Se i giovani vogliono far ciò non possono che ispirarsi a Mao ed emulare le sue gesta.
Mao, per come è vissuto, per quello che ha fatto e insegnato, è un esempio per tutti i giovani rivoluzionari della Terra che vogliono un nuovo mondo. Egli è un esempio di abnegazione, di combattività, di coerenza marxista-leninista, di internazionalismo proletario. Egli è un maestro di rivoluzione, un educatore proletario rivoluzionario, un modello di marxista-leninista, un punto di riferimento insostituibile per i giovani che vogliono veramente lottare contro il capitalismo, l'imperialismo, il colonialismo, il fascismo, il razzismo.
 
Per tutta la vita Mao ha servito umilmente la causa del socialismo, il  Partito e le masse cinesi, dando sempre tutto se stesso e non ricercando nulla per sé.
Mao ha indicato al popolo cinese e a quelli di tutto il mondo la via della liberazione dal capitalismo e dall'imperialismo, e fin quando i popoli l'hanno seguito, applicando i suoi insegnamenti, hanno ottenuto grandissimi successi e il vento rivoluzionario dell'Est prevaleva su quello borghese e revisionista dell'Ovest. Poi purtroppo, dopo la sua morte, la via che Mao aveva percorso e indicato è stata abbandonata, chiusa, addirittura dichiarata non più percorribile da coloro che si sono svelati dei revisionisti, degli opportunisti e degli imbroglioni politici, riportando così le condizioni di interi popoli di molto all'indietro.
 
Mao ha realizzato lo Stato più avanzato, progredito e giusto mai raggiunto da nessuna società borghese neanche al momento attuale. Mao ha imparato e insegnato al suo popolo e a tutti i popoli del mondo che solo avendo alla testa un Partito Comunista, applicando il marxismo-leninismo, costituendo un fronte unito rivoluzionario e un Esercito rosso, facendo affidamento sulle masse, isolando e attaccando il nemico principale si possono vincere le battaglie e conquistare e difendere il potere politico da parte del proletariato con la rivoluzione.
                                                                 
Fin da giovanissimo, seppure figlio di un contadino relativamente ricco per quei tempi, provando le durissime condizioni in cui viveva il popolo cinese, Mao si è formato un carattere rivoluzionario che lo ha portato ad opporsi e a contrastare tutte le vecchie concezioni e pratiche del confucianesimo.
 
 ``Dobbiamo sviluppare le nostre capacità fisiche e mentali - ebbe a dire secondo certe fonti - ecco perché i 3 vincoli della nostra nazione, principe e suddito, padre e figlio, marito e moglie, devono essere combattuti e devono essere considerati insieme alla religione, i capitalisti e l'autocrazia i demoni maligni dell'impero''.
A 7 anni si oppone al maestro di scuola che pretendeva, come da regola vigente, che ogni bambino si alzasse in piedi di fronte al maestro per recitare. Mao trovando la cosa inutile si rifiutò di alzarsi dicendo: ``Se lei mi può sentire bene stando seduto, perché io dovrei alzarmi per recitare?''.
Mai in mille anni questo sistema era stato contestato, ma il giovane Mao avrebbe dovuto fare ancora tanta strada prima di rivoltare cielo e terra.
 
Tutta la sua vita è stata segnata da una grande sete di conoscenza, Mao voleva conoscere a fondo ogni situazione, particolarità, bisogno del suo popolo: ``Senza inchiesta - diceva - non si ha il diritto di parlare''. Per conoscere a fondo la Cina, Mao intraprendeva grandi viaggi a piedi, come quello attorno al lago Rangting con una circonferenza di 250 km, o quello nella provincia dello Hunan dove percorse 450 km, durante questi viaggi si intratteneva instancabilmente a colloquiare con contadini e operai, studenti e donne, si informava delle condizioni di vita, sui raccolti e le piogge, sugli affitti e i padroni.
 
Mao studiava moltissimo, portava sempre con sé dei libri, risparmiando sul cibo per poterseli comprare, ``la conoscenza è senza fine'' e lui non avrebbe mai smesso di imparare. Mao ha vissuto i problemi della gioventù cinese del suo tempo. Ricordiamo che egli è nato nel 1893. Solo che egli era profondamente animato dalla volontà di ``salvare la Cina'' dall'imperialismo, dal feudalesimo e di emancipare il popolo cinese.
 
A 20 anni si iscrive ad un istituto per insegnanti di Changsha dove mette in pratica le sue conoscenze e capacità dialettiche e diventa un leader degli studenti, un agitatore politico. Impavido di fronte al potere dei “signori della guerra” già dirige l'Associazione degli Studenti che sotto la sua guida organizza manifestazioni in favore dei contadini e dei lavoratori e contro le pretese espansioniste del Giappone.
Nel 1918 assieme ad un amico fonda la Nuova Associazione Popolare di Studio che si occupa anche dell'oppressione della donna perpetuata attraverso il sistema tradizionale di matrimonio, lo pseudonimo che utilizza per firmare i suoi articoli è 28 colpi: i 28 tratti di pennello con cui si scrive il suo nome in cinese.
 
La nuova associazione di Mao, che all'inizio contava appena 13 membri, divenne il nucleo fondante del futuro Partito Comunista Cinese, che ha visto la luce il 1° luglio del 1921. E’ nel 1920, all'età di 27 anni, che Mao scopre e legge il ``Manifesto del Partito Comunista'' di Marx ed Engels e ne viene immeditamente conquistato, mettendolo in pratica organizzando politicamente per la prima volta i lavoratori.
Una delle sue più grandi imprese è rappresentata dalla Lunga Marcia, iniziata come una ritirata strategica per sfuggire all'esercito reazionario del Guomindang e trasformatasi in grandiosa opera di propaganda, di organizzazione ed educazione delle masse.
I valorosi soldati dell'Esercito Rosso seppur attaccati ad ogni angolo, male armati, malati e affamati non persero mai la fiducia nella vittoria finale. Animati da Mao cantavano: ``L'Esercito Rosso non ha paura della morte! Chi ha paura della morte non fa parte dell'Esercito Rosso''. La loro fiducia in Mao era incrollabile e ne seguivano fedelmente le direttive.
 
Pur dovendo patire enormi sacrifici, i soldati dell'Esercito Rosso si calarono completamente come pesci nell'acqua fra le masse contadine e operaie diventando il loro esercito, lavoravano i campi e li aiutavano, ma non prendevano nulla per sé, addirittura cuocevano pelli di maiale e cuoio per cibarsene, non avendo altro da mangiare.
Tanti giovani e giovanissimi parteciparono a questa epica impresa: ragazzi di 12-15 anni curavano i feriti, procuravano il cibo, aiutavano i soldati e combattevano al loro fianco. Nella Lunga Marcia, in cui percorsero a piedi ben 12.900 chilometri, vedevano per la prima volta la possibilità di aprire per la Cina una strada nuova.
E’ il 1° Ottobre del 1949 che Mao, in piedi sulla tribuna di Tian An Men a Pechino, proprio dove ci troviamo ora, parlando a milioni e milioni di persone festanti ha proclamato la vittoria della rivoluzione con queste parole: ``Il popolo cinese si è alzato in piedi... nessuno ci insulterà più''. E fino a quando Mao è rimasto in vita nessuno ha più insultato il popolo cinese, un popolo forte, potente, che nonostante le precarie condizioni in cui avrebbe versato ancora per un certo tempo, decideva ciò che era meglio per sé, non ammettendo interferenze esterne dell'imperialismo nello sviluppo della propria società.
 
Di fronte agli avvenimenti internazionali, alle aggressioni imperialiste e socialimperialiste, allo sfruttamento e all'oppressione dei popoli, e in linea con l'internazionalismo proletario, i marxisti-leninisti cinesi non potevano non levare alte le loro voci di condanna. Mao ha indicato la resistenza armata contro le aggressioni militari imperialiste, la via del fronte unito antimperialista e l'unità dei popoli di tutto il mondo contro le aggressioni imperialiste.
 
Mao ha denunciato e combattuto non solo l'imperialismo, in particolare quello americano, ma anche il socialimperialismo sovietico, che sotto le vesti comuniste si comportava come una potenza egemonica e oppressiva. L'URSS di allora era infatti in mano ai revisionisti che avevano restaurato il capitalismo. Mao ha fatto moltissimo per smascherare la cricca revisionista di Mosca, da Krusciov a Breznev, e le altre cricche analoghe degli altri paesi.
 
Un profondo legame univa il popolo cinese, l'Esercito rosso, il Partito Comunista Cinese e i popoli di tutto il mondo.
Mao era fortemente legato ai giovani, ne comprendeva i bisogni e le aspirazioni e sapeva come mobilitarli. Il movimento delle Guardie Rosse è un esempio lampante e inconfutabile di questa profonda unione, un movimento di milioni di giovani fedeli a Mao e che svolsero un ruolo fondamentale nella Grande Rivoluzione Culturale Proletaria Cinese, il più grande capolavoro teorico e politico di Mao. Con essa Mao ha voluto esporre il Partito Comunista e l'intera società cinese al benefico influsso della forza dirompente e purificante della rivoluzione nelle condizioni della “dittatura del proletariato”. Una rivoluzione socialista in un paese socialista, questa è la più grande intuizione di Mao, seguendo la quale il proletariato di ogni paese, indistintamente, una volta conquistato il potere, può garantire che il Partito e lo Stato rimangano rossi.
 
La Grande rivoluzione culturale proletaria è una via universale, come quella dell'Ottobre sovietico. La prima insegna come si mantiene il potere politico, la seconda come lo si conquista. Questo illuminante insegnamento di Mao e la pratica rivoluzionaria del proletariato e dei giovani cinesi hanno risvegliato le masse antifasciste, anticapitaliste e antimperialiste di tutto il mondo.
 
Il periodo della gioventù, quello in cui abbiamo più energia, in cui siamo meno intaccati dalle influenze della borghesia e la nostra mente è più libera, in cui siamo più reticenti ad adottare stili di vita borghesi ed imposizioni oscurantiste e repressive, in questo periodo della nostra vita noi possiamo dare un enorme contributo a questa nobile causa, se solo lo vogliamo
 
Se vogliamo rendere onore a Mao, oggi, nel nuovo secolo, dobbiamo applicare il pensiero di Mao e la sua linea politica alla nostra situazione particolare, calandoci come pesci nell'acqua fra le masse: ``Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse (frammentarie, non sistematiche), sintetizzarle (attraverso lo studio trasformarle in idee generalizzate e sistematiche) quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché le masse non le assimilino, vi aderiscano fermamente e le traducano in azione, e verificare in tale azione la giustezza di queste idee. Poi sintetizzare ancora una volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo. E sempre così, ininterrottamente, come una spirale senza fine; le idee, ogni volta saranno più giuste, vitali e ricche. Questa è la teoria marxista della conoscenza''. Questa è la via da seguire per radicarsi fra le masse lavoratrici e popolari, che rappresenta attualmente il nostro obiettivo principale. ``Noi comunisti siamo come i semi e il popolo è come la terra. Ovunque andiamo dobbiamo unirci al popolo, mettere radici e fiorire in mezzo al popolo''.
Dobbiamo conquistare la fiducia del nostro popolo, assumendo un atteggiamento coerente alla nostra scelta, nei luoghi di vita, di lavoro e di studio, legandoci strettamente alle masse e diventando un tutt'uno con esse.
 
``Diventato rivoluzionario - spiega Mao - vissi tra gli operai, i contadini e i soldati dell'esercito rivoluzionario e, a poco a poco, familiarizzai con essi, ed essi con me. Allora, e solo allora, cambiai radicalmente il mio modo di sentire borghese e piccolo borghese che mi era stato inculcato nelle scuole borghesi... Ecco cosa intendo per cambiamento del proprio modo di sentire: sostituire il modo di sentire di una classe con quello di un'altra''.
Anche noi dobbiamo vivere tra gli operai, i contadini e gli studenti per cambiare il nostro modo di sentire borghese in quello proletario.
Bisogna abbandonare e contrastare tutto ciò che la borghesia ci propone: il suo stile e modo di vita, l'individualismo, l'egoismo, il carrierismo, l'opportunismo, la frammentazione e la divisione, la prevaricazione, l'emergere a tutti i costi a discapito di altri, la rincorsa al successo, ai soldi e alle belle auto, la vita sregolata nociva per la salute fisica e mentale, la cultura dello sballo e del divertimento ad ogni costo.
 
Questo verrà superato soltanto quando si conquisterà il socialismo e da esso si passerà poi al comunismo, la società in cui non vi saranno né guerre né lotta di classe, in quanto non vi sarà più sfruttamento dell'uomo sull'uomo, le classi, lo Stato e il Partito.
Non deve spaventare il parlare di lotta rivoluzionaria e di “dittatura del proletariato” perché: 1° - ``Il potere politico nasce dalla canna del fucile''; 2° - perché non vi è, e mai vi sarà pace alcuna in nessun angolo del mondo finché esisteranno capitalismo e imperialismo. Questi due mostri sono gli unici responsabili delle guerre e della lotta di classe, sono le fonti che provocano: disoccupazione, impoverimento, emigrazione, emarginazione, criminalità, dissesti ambientali, mafia, differenziazione fra Nord e Sud.
 
Come dimostra anche la storia del movimento operaio, il pacifismo e il riformismo arrecano gravi danni alla coscienza e alla combattività del proletariato e delle masse. Altrettanti danni produce l'``ultrasinistrismo'', che attecchisce particolarmente nei giovani poiché essi amano l'azione, il movimento, hanno fretta di realizzare le loro aspirazioni, sono più sensibili all'eroismo individuale e poiché non hanno esperienza nella lotta di classe.
 
Non sanno o non credono che il terrorismo, l'avventurismo, l'``azione dimostrativa'', di piccolo gruppo sono inutili e dannosi per le masse, contrari alla linea maoista, al coinvolgimento rivoluzionario delle masse e alla via universale dell'Ottobre.
 
Come diceva Mao: ``La freccia deve attendere per essere lanciata'', non si possono bruciare le tappe, né ritardarle, ma occorre cogliere il momento giusto, il momento in cui le masse sono più combattive e la borghesia più debole, per sferrare l'attacco e usare, quando è necessario, anche la violenza rivoluzionaria. Mai però sostituirsi alle masse, fare azioni violente e isolate delle sole avanguardie che non portano da nessuna parte e fanno il gioco della reazione”.
 
Compagne e compagni,
non abbiate paura di niente, non pensate che tutto questo sia troppo grande per voi e che non ne siate all'altezza e capaci, ``non c'è nulla di impossibile al mondo per chi osa scalare le vette più alte'' basta avere coraggio e fiducia nella nostra grandiosa causa, e ce la faremo.
 
``Quando la gente vede solo ciò che le sta sotto i piedi - ha detto Mao - e non ciò che sta sulle montagne e al di là dei mari, è probabile che sia vanagloriosa come la `rana in fondo al pozzo'. Ma quando alza la testa per vedere l'immensità del mondo, il caleidoscopio dei problemi umani, lo splendore e la magnificenza della causa dell'umanità, la ricchezza dei talenti umani e l'ampiezza del sapere, diventa modesta.
Il compito al quale siamo dediti è tale da scuotere il mondo''.
 

 

GRAZIE,  MAO

Movimento Maoista Cinese
 
 
(Versione italiana)


 


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