IL PARTITO- Linea Rossa

NUOVA UNITA'

Marzo 1964: la creazione di un nuovo giornale per i comunisti italiani

Roberto Niccolai

da "Quando la Cina era vicina" - La rivoluzione culturale e la sinistra extraparlamentare italiana negli anni '60 e '70, BFS e CDP, 1998, pp.102/04

I redattori di "Viva il leninismo" di Padova, prima di essere espulsi dal Pci come frazionisti, avevano preso contatti con coloro che all'interno del partito si ritenevano vicini alle posizioni cinesi o comunque si opponevano alla linea kruscioviana; si narra addirittura di rapporti con i trotzkisti per condurre una coordinata lotta di opposizione interna che avrebbe innestato suggestioni movimentiste nel nucleo originario. Nel 1962, anno in cui veniva pubblicato "Viva il leninismo", si verificò il fenomeno delle 'lettere anonime' fatte diffondere tra i militanti comunisti per volontà dei dirigenti del Pci che si definivano "critici da sinistra". L'intenzione degli autori delle lettere non era quella di uscire dal partito ma quella di ricondurre, dall'interno, il Pci su posizioni politiche marxiste-leniniste. Una posizione che piacque agli entristi delle nuove, seppur embrionali, organizzazioni marxiste-leniniste, ma che non servì a riavvicinare tra loro le posizioni del Pci e delle organizzazioni m-l divise dai giudizi espressi sul ruolo e la politica di Mao-Tse-tung.
Per i marxisti-leninisti italiani Mao rappresentava sia la critica al revisionismo sovietico, che andava ad assumere le forme della coesistenza pacifica inaugurata da Krusciov, sia la fiducia in una prossima rivoluzione internazionale, perché, come affermava il Grande Timoniere, "Il potere sta sulla canna del fucile". Ma il maoismo, per i critici di Togliatti veniva assunto anche come strumento per negare l'italica "via nazionale al socialismo" e, soprattutto, Mao rappresentava il degno prosecutore dell'opera di Stalin; in realtà per i cinesi le cose erano ben più complesse: essi criticavano Stalin nella costruzione dello stato, nella concezione del partito e del suo rapporto con le masse, ma, nello stesso tempo, vi si richiamavano perché rappresentava colui che lottava contro il capitalismo e per una rivoluzione finalizzata all'edificazione della dittatura del proletariato. Nel 1963 i militanti filocinesi si fornirono di uno strumento in più per sostenere la loro posizione: le Edizioni Oriente, attraverso le quali avrebbero diffuso documenti cinesi originali, nonché libri utili a sostenere le posizioni antirevisioniste. Nonostante il ruolo svolto, "Viva il leninismo" e le Edizioni Oriente sono da considerare almeno in parte come la preistoria dei marxisti-leninisti: la vera storia degli m-l italiani iniziava con la pubblicazione del giornale "Nuova Unità".
Nel marzo 1964 i circoli m-l delle più grandi città italiane decisero infatti di fondare un mensile; l'aggettivo "nuova" mirava a evidenziare la necessità della creazione di un nuovo giornale per i comunisti italiani, considerando "revisionista" quello pubblicato dal Pci.
Nel primo numero di "Nuova Unità" il direttore Ugo Duse pubblicò Proposte per una piattaforma dei marxisti-leninisti d'Italia e fu proprio da questo articolo che iniziarono le prime divergenze. Il dissidio verteva sugli obiettivi che gli m-l italiani dovevano porsi. Per gran parte di essi, espulsi dal Pci o membri critici all'interno di esso non era necessario creare una nuova organizzazione comunista perché, fondamentalmente, il Pci rappresentava un "corpo sano e una testa malata": la soluzione ottimale veniva intravista in una tattica entrista, finalizzata alla sostituzione del gruppo dirigente del partito. L'altra ala dei marxisti-leninisti riteneva invece che il Pci fosse "concorrente alla Dc per amministrare gli interessi dei capitalisti", e vedeva, nella creazione di una nuova organizzazione marxista-leninista, l'obiettivo principale per cui mobilitarsi. Questo però non era l'unico aspetto che differenziava le due anime di "Nuova Unità"; tra i marxisti-leninisti si potevano individuare i "partitisti" e i "movimentisti", che divergevano sul modo di costituire il partito e su come organizzarlo; si trattava di un contrasto politico di fondo, che lambiva il rapporto tra teoria e pratica e tra avanguardie e masse, e che attraversò tutta la storia degli m-l.
Ma fu proprio nel 1964 che due eventi scossero la politica internazionale: moriva Togliatti e veniva destituito Krusciov. In questi avvenimenti l'ala "entrista" degli m-l intravedeva la speranza di "curare la testa malata" sia del Pci che del Pcus. Riteneva cioè che nei due partiti comunisti le posizioni cinesi sarebbero arrivate a prevalere. Questa grande "fede" condusse gli "entristi", nel novembre dello stesso anno, a dare indicazione di voto per il Pci. L'altra ala, quella dei fautori di una nuova organizzazione comunista, decise di uscire da "Nuova Unità" - provocando storicamente la prima scissione tra m-l - per fondare la Lega dei Comunisti marxisti-leninisti e pubblicare a maggio, la rivista "Il Comunista". Gli entristi, dopo un breve intervallo, ripresero ad aprile la pubblicazione di "Nuova Unità" e promossero il Movimento marxista-leninista Italiano, che dette vita, nell'anno successivo, al Partito Comunista d'italia (Marxista-leninista).
Per entrambe le nuove organizzazioni il riferimento alla Cina rimase centrale. (..)