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MANCARE IL QUORUM PER DIFENDERE LA DEMOCRAZIA
Se vincerà il Sì, dopo elezioni anticipate Berlusconi avrà da solo il pieno possesso del Parlamento. Cambierà la Costituzione e la Corte Costituzionale. Diventerà presidente della repubblica con accresciuti poteri. Le assemblee elettive, che già oggi contano ben poco, diventeranno l'arredo di contorno del presidenzialismo. La democrazia italiana sarà sfigurata per sempre.
----- Pancho Pardi -----
Pare che molti nel centrosinistra siano orientati a votare Sì nel
referendum Guzzetta. Spero che cambino idea.
Non c'è una sola ragione al mondo per votare in quel senso. Il quesito del
referendum è stato rappresentato come un tentativo di eliminare gli effetti
negativi della legge Calderoli. Non è affatto vero. Se accolto, produrrebbe un
secco peggioramento della legge: il passaggio automatico da un bipolarismo
coatto a un bipartitismo coatto. E non solo: la lista di partito che prende più
voti ottiene la maggioranza assoluta dei seggi.
C'è chi ripete che una riforma non deve essere giudicata in base alla
contingenza ma per i suoi effetti di sistema. L'assunto può avere senso in una
democrazia normale, ma in Italia non c'è una democrazia normale. Non si capisce
perché si dovrebbe giudicare la soluzione Guzzetta trascurando le sue
conseguenze nei prossimi dieci o venti anni. Dopo ciò che accadrà in questo
periodo gli effetti di sistema della legge uscita dal referendum avrebbero
l'efficacia di una medicina sul corpo del morto. Perché?
Perché nelle condizioni date oggi in Italia, il successo del Sì ha un solo
significato: la vittoria definitiva di Berlusconi. Se passa il Sì potrà
sostenere che si deve andare a elezioni anticipate con la nuova legge
elettorale. Il Pdl vincerà e otterrà una maggioranza schiacciante che gli
permetterà di fare ciò che vuole. D'Alema e molti altri sostengono che se vince
il Sì sarà necessario scrivere una nuova legge elettorale. L'ipotesi è già stata
smentita dal Pdl: la legge cambiata dal Sì sarà immediatamente applicabile e
applicata.
La Lega ha capito benissimo che così perderà ogni potere di condizionamento sul
centrodestra e che il Pdl potrà governare da solo. Perciò si oppone con
decisione. E se davvero Berlusconi fosse intenzionato a far votare Sì, la Lega
non avrebbe forse altra scelta che far cadere il governo prima del referendum.
Che lo faccia o no dipenderà dalla sua volontà. Ma in ogni caso nelle sue file
l'allarme è suonato.
Non si capisce invece perché i partiti del centrosinistra dovrebbero scegliere
un voto che li avvia a un sereno suicidio. Il Pd può accampare il motivo di aver
da tempo sostenuto la validità di una soluzione molto bipolare. Ma a questo
punto dovrebbe essersi reso conto che la scelta «coraggiosa» di andare da solo
lo fa passare solo da una sconfitta all'altra. Da parte sua Idv può giustificare
la scelta del Sì solo perché aveva raccolto le firme per il referendum. Ma oggi
è assai più chiaro di allora che la soluzione Guzzetta è un netto peggioramento
della legge Calderoli. Dunque perché insistere? E poi la coerenza verso una
scelta infelice e ormai superata vale molto di meno della coerenza dovuta alla
propria vocazione: sì alla democrazia pluralistica, no al potere unico.
In ogni caso Pd e Idv devono confrontarsi con un futuro già segnato. Se vincerà
il Sì, dopo elezioni anticipate Berlusconi avrà da solo il pieno possesso del
Parlamento. Cambierà la Costituzione e la Corte Costituzionale. Diventerà
presidente della repubblica con accresciuti poteri. Le assemblee elettive, che
già oggi contano ben poco, diventeranno l'arredo di contorno del
presidenzialismo. La democrazia italiana sarà sfigurata per sempre.
Di fronte a questa prospettiva non si può nemmeno propagandare il No. Lo
schieramento a favore del Sì, anche senza l'inclinazione al suicidio del
centrosinistra, è già abbastanza temibile. Si deve sperare che il 21 giugno sia
una data che di per sé scoraggi la partecipazione popolare e occorre mobilitarsi
con tutte le nostre forze per far mancare il quorum. Non si tratta di dire:
andate al mare. Si deve spiegare con cura estrema: la soluzione Guzzetta dà
tutto il potere in mano a chi ha già il pieno dominio sui mezzi di
comunicazione. Questa non è democrazia. E' instaurazione di un potere
plebiscitario assoluto.
Far mancare il quorum non è manifestazione di indifferenza. E' difesa attiva
della democrazia.
Pancho Pardi,
5 maggio 2009