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Ferdinando Dubla (direttore):biografia e opere
 
 

Un nuovo inizio

Jacopo Venier

Il V congresso del Partito dei Comunisti Italiani è un congresso straordinario. Straordinario per il contesto politico in cui si tiene, straordinario per le responsabilità che impone, straordinario per la linea che deve determinare.

E' necessario avere piena consapevolezza di ciò ed agire di conseguenza.

Nessuna continuità, nessun minimalismo, nessun mimetismo è oggi possibile.

 

Il documento approvato dal Comitato Centrale chiarisce bene il nesso tra ciò che siamo stati e ciò che dobbiamo diventare. Il PdCI non si scioglie ma, rivendicando la giustezza della propria traiettoria, si mette a disposizione di un nuovo inizio. La fondamentale autocritica, il crudo bilancio degli ultimi anni, la consapevolezza dei tanti errori compiuti non ci possono rendere prigionieri di una stagione finita a cui guardare con qualche nostalgia e molti rancori.

Ai comunisti italiani è oggi richiesta la "straordinaria" capacità di buttarsi nel presente per costruire il futuro. Serve uno scatto politico che dia il senso storico dell'impresa che abbiamo di fronte.

Per darci la forza di agire servono obiettivi chiari e strumenti efficaci.

Dobbiamo costruire l'opposizione sociale all'inedito regime di Berlusconi. Per questo, prima di tutto, è necessario un patto di unità d'azione tra le opposizioni che metta in moto le energie, la rabbia, l'indignazione necessarie a determinare un cambio di agenda politica.

Dobbiamo ricostruire la sinistra e quindi non possiamo che partire da noi comunisti rimettendo insieme i due partiti che oggi restano l'ossatura fondamentale di ciò che resta dell'insediamento sociale e territoriale della sinistra italiana.

Dobbiamo ridare dignità e protagonismo ai lavoratori e quindi servono proposte chiare e piattaforme praticabili che rimettano al centro della scena sociale il lavoro.

La consapevolezza della nostra non autosufficienza nel perseguire questi obiettivi non deve però trasformarsi in un alibi per l'inazione.

La giustezza di una linea non si misura sul suo successo immediato ma sulla sua capacità di divenire motore di azioni, di mobilitazioni, di passioni che producano fatti e passi irreversibili nella direzione determinata.

Per questo serve fiducia. Fiducia reciproca tra noi del PdCI; fiducia nel nostro popolo che non possiamo considerare perso al conformismo ed alla passività; fiducia nel futuro della sinistra e dei comunisti. La fiducia non possiamo imporla ma dobbiamo costruirla.

Il coraggio dell'impresa però c'è o non c'è.

Ed è questa la domanda fondamentale alla base del Congresso. C'è tra di noi, tra i comunisti italiani, la consapevolezza delle difficoltà, la lucida valutazione dei pericoli ma anche il coraggio e la determinazione "straordinaria" necessaria ad affrontare la sfida?

Alcuni di quelli che con noi hanno camminato sino ad ora probabilmente oggi non vogliono, non sanno, o non possono proseguire il viaggio. A chi scende dalla nostra nave gli auguri sinceri di trovare un comodo porto in cui rifugiarsi.

I comunisti italiani però sanno bene che quando la bufera spazza la nave tutto bisogna fare tranne che lasciare i compagni perché è nella unità del gruppo che stanno le speranze di salvezza anche dei singoli ed al contempo sanno che i comodi porti in realtà sono trappole nebbiose da cui, una volta entrati, non puoi più uscire.

Il Congresso è alle porte. Facciamo che sia una occasione di chiarezza vera e di selezione di un equipaggio adeguato perché una volta partiti non ci sarà più tempo ed occasione per cambiare rotta.

3 luglio 2008