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webmaster: Ferdinando Dubla
nr.2 - nuova serie - giugno 2001

Linea Rossa e-groups

Solidarietà ai compagni di Iniziativa Comunista, ma SENZA STRUMENTALISMI

La posizione dell'e-groups Linea Rossa di condanna della repressione anticomunista e contro il terrorismo. Le serie divergenze con i Carc sul nodo della clandestinità in un confronto serrato che qui documentiamo


A seguito della montatura parafascista rivolta contro i compagni romani di IC (otto arrestati il 3 maggio scorso con accuse fumose e ricorrendo al famigerato art.270 del codice penale ereditato pienamente dal fascismo, quello dell'"associazione sovversiva" che costò la galera, la tortura e la morte di tanti comunisti, tra cui Gramsci) che a nostro giudizio è inseribile nella strategia della diversione (assoluzione di Contrada) e da una pericolosa repressione in atto contro le idee marxiste-leniniste pur quando sono contro il terrorismo, ricevemmo un comunicato dei CARC (Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo), comunicato che per i suoi contenuti in favore della clandestinità non solo non condividevamo, ma rifiutandolo eravamo indecisi se farlo circolare nella nostra lista: clandestinità e terrorismo sono nemici della ‘linea di massa’e quindi facilmente infiltrabili e pilotabili dall’esterno a fini anticomunisti. Non è mancata la pubblicazione di una intera pagina della Stampa che, sviscerando sull'argomento "terrorismo" in un articolo che riepilogava la storia politica dei fondatori di IC accennava al gruppo di Linearossa. Il tutto ampiamente condito da altri articoli che lo seguirono un po’ ovunque sulle varie testate nazionali ed anche regionali. Il compagno Angiolo Gracci, fondatore di Linea Rossa e titolare della testata, purtroppo, anche se con l'esplicita richiesta di scrivere Linearossa in continuità (senza spazi) aveva infatti concesso (concessione che non condividevamo essendo, come è risultato, fonte di pericolose insinuazioni) l'uso del nome e dato disponibilità di essere il Direttore responsabile del giornale a stampa dei compagni di Viareggio. Se ben ricordate a seguito di questa anomalia Ferdinando Dubla (Linea Rossa, sede centrale di Taranto) fu costretto a cambiare denominazione alla testata (ora Lavoro Politico), anomalia che si ripercuoteva nella impossibilità di registrarsi in dominio come Linea Rossa (www.linearossa.it). Linea Rossa genovese (con la sua testata Avanti Popolo!) risolse il problema con l'aggiunta del suffisso ge (Genova). E… come se non bastasse arrivò, poco prima di questa ondata repressiva, la legge di censura per le testate di informazione onLine. A questo punto, essendosi accumulate una quantità di contraddizioni, ambiguità, che accrescevano la già presente confusione, dai sintomi preoccupanti, ed anche emersi da una comunicazione (email) di uno dei compagni iscritti al nostro eGroups (s.v), decidemmo di intervenire diffondendo la nostra precisa posizione.

Luciano Bezeredy/ Ferdinando Dubla

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Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)

Via Tanaro 7 - 20128 Milano

tel/fax 02 - 26306454, e-mail: carcmi@micronet.it

Segreteria Nazionale

Milano 3.5.2001

Solidarietà con l’organizzazione Iniziativa Comunista

Libertà per i compagni arrestati!

Le forze repressive della borghesia imperialista hanno sferrato un nuovo attacco contro chi lavora alla ricostruzione del partito comunista nel nostro paese e contro chi lotta per il socialismo!

Questa mattina i ROS dei carabinieri hanno arrestato otto compagne e compagni di Iniziativa Comunista e hanno effettuato una quarantina di perquisizioni a Roma, Milano e Crotone.

Con questo attacco il governo di Centro-sinistra cerca di rassicurare i grandi capitalisti, faccendieri e speculatori dimostrando loro che è in grado di assicurare "ordine e sicurezza" e di colpire i comunisti e le avanguardie dei lavoratori e delle masse popolari. Con questa azione repressiva i giudici e gli apparati dello Stato hanno fatto proprio l’appello del presidente della Commissione Stragi (alias Nuovo Tribunale Speciale della Repubblica), sen. Pellegrino (DS) che ha più volte spiegato che finché la polizia cerca gli autori di azioni delittuose ha poche possibilità di successo e che deve invece puntare sui reati-mezzi,in particolare sull’associazione sovversiva: "non conta tanto ciò che si fa, ma ciò che si progetta e si programma, ciò che si dice e si scrive" e che per ottenere dei risultati occorre colpire duramente, senza andare tanto per il sottile. Questo attacco si inserisce in una vasta campagna avviata da due anni con diverse inchieste per "associazione sovversiva" che coinvolgono centinaia di compagni, diverse organizzazioni comuniste (come quella avviata contro i CARC nell’ottobre ‘99), contro centinaia di lavoratori, disoccupati e LSU(l’ultima in ordine di tempo è stata la perquisizione delle abitazioni di un centinaio di disoccupati e LSU "alla ricerca di armi"), con continue campagne stampa di criminalizzazione e confusione, con intimidazioni e provocazioni poliziesche, con cariche e pestaggi di giovani e lavoratori in lotta. L’unico "pacchetto sicurezza" che il governo della borghesia imperialista riesce a mettere in campo è rivolto contro i comunisti e le masse popolari! La borghesia imperialista e il suo governo pur di mantenere il loro sporco potere, i loro sporchi profitti, affamano, derubano, sfruttano e imbrogliano milioni di persone in ogni angolo del mondo, accusano di terrorismo chi lotta per avere un lavoro dignitoso, una casa decente, una vita migliore. I padroni che guadagnano miliardi, vivono in case di lusso con parchi e piscine, spendono milioni per un vestito o per qualunque capriccio, si permettono di mandare i loro sgherri in casa e di chiamare terrorista chi si organizza per difendere gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari. Questa è la controrivoluzione preventiva: repressione selettiva contro i comunisti e le avanguardie del movimento di resistenza dei lavoratori e delle masse popolari per impedire lo sviluppo della loro lotta contro il sistema capitalista, per la rivoluzione socialista e per la ricostruzione del partito comunista. La borghesia non può impedire né che i comunisti si impegnino a ricostruire il partito della classe operaia, né che gli operai, i lavoratori e le masse popolari lottino e si mobilitino per protestare contro il peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro e per la difesa delle conquiste strappate con le lotte del passato. Quindi la borghesia cerca di impedire a tutti i costi che venga ricostruito un partito in grado di crescere a rafforzarsi e di raccogliere attorno a se e al suo lavoro la simpatia, il consenso, il riconoscimento, la fiducia e la collaborazione delle masse che si stanno già mobilitando: deve impedire la costruzione di questo legame.

Per questo la borghesia deve agire su due fronti:

- contro le organizzazioni che lavorano alla ricostruzione del partito tentando di reprimere, infiltrare, indebolire, corrompere e deviare il loro lavoro;

- sulla loro influenza e rapporto con le masse popolari, i lavoratori e la classe operaia attraverso la confusione e l’intossicazione dell’opinione pubblica, per impedire che le masse comprendano e schierano a favore di ciò che riconoscono giusto e costruttivo, con il terrorismo per cercare di dissuadere le masse ad avvicinarsi ai comunisti.

Ma i comunisti nella loro storia hanno subito da parte della borghesia azioni repressive ben peggiori di quelle attuali. Proprio in questi giorni (25 Aprile e 1° Maggio) abbiamo celebrato la memoria e gli insegnamenti che dalla Resistenza e dalle innumerevoli lotte della classe operaia possiamo trarre per condurre la nostra lotta contro il regime borghese.

Non ci lasceremo scoraggiare, non fermeremo il processo di ricostruzione del partito comunista che stiamo portando avanti, difenderemo il nostro diritto a svolgere la nostra attività politica proprio praticandola e non cedendo di fronte alle intimidazioni. Queste azioni repressive rafforzano in noi e dimostrano alle masse che non è vero che la "democrazia" borghese permette a chiunque di svolgere la propria attività politica e per alcuni versi danno ragione a quanti sostengono, come la Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano, che il partito comunista deve essere clandestino se vuole resistere agli attacchi della borghesia e sviluppare la sua lotta per la conquista del potere e per il socialismo. Piena solidarietà a Iniziativa Comunista e ai compagni colpiti dalla repressione! Nessuno si faccia intimidire da queste dimostrazioni di forza e di arroganza dei padroni e dei loro sgherri!

Non cedere ai ricatti e alle minacce della borghesia rafforza il processo di ricostruzione del partito comunista! Sviluppiamo la solidarietà con i compagni e i lavoratori colpiti dalla repressione!

Rafforziamo la lotta per la ricostruzione del partito comunista e per il socialismo!

Libertà per i compagni arrestati!

W il nuovo partito comunista italiano!

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Necessità della lotta democratica

(per combattere ogni forma di suicidio politico)

-- Luciano Bezeredy - Ferdinando Dubla--

Lavoro Politico (già Il Partito Linea Rossa - Taranto) e Avanti Popolo! (La Linea Rossa genovese già del P.C.d'Italia marxista-leninista) testate online che lavorano per l'affermazione della linea di massa nel Partito, ossia per la Linea Rossa, eredi di un patrimonio ideale e di lotte, bagaglio di principi inalienabili per l'affermazione del marxismo-leninismo in lotta contro il revisionismo politico e storico ed ogni tipo di avventurismo settario, esprimono piena solidarietà ai compagni di IC perseguiti per reati di opinione, per le idee marxiste-leniniste che anche noi condividiamo pur nell’ambito della diversa collocazione politica. Nessuno è però autorizzato a conclusioni affrettate come quella fatta dai Carc in questa occasione, a noi sembra non sia vera solidarietà di classe ma anzi cieca, suicida strumentalizzazione: la clandestinità per i comunisti non è una scelta, ma nella storia è stata una costrizione pagata a caro prezzo, pagata con duri anni di repressione sotto il giogo della dittatura fascista. I comunisti senza le masse, sono come un pesce senz’acqua. Un partito comunista senza linea di massa (grande insegnamento del compagno Mao) è una forza avventurista ed elitaria, dunque tradisce lo spirito del marxismo-leninismo. Siamo, dunque, lontani, con la scelta della clandestinità, da ogni insegnamento della grande storia dei comunisti a livello internazionale. I comunisti, essendo estranei da queste concezioni elitarie, hanno sfruttato fino all’impossibile, sempre, ogni possibilità legale. All'ordine del giorno occorre porre il problema dello sviluppo della lotta democratica, come uno degli strumenti necessari nelle attuali condizioni della lotta di classe per lo smascheramento della democrazia borghese, dei partiti riformisti e revisionisti. Scegliere deliberatamente la clandestinità è mettersi deliberatamente fuori dal movimento; se la clandestinità è stata una costrizione storica laddove è avvenuta, il terrorismo è completamente e del tutto estraneo al marxismo-leninismo storico. Terreno neoanarcoide di avventura torbida, isolata e suicida, esso è il campo preferito dell’infiltrazione e della provocazione portata ai massimi livelli, come la storia italiana, anche recente, ha dimostrato. I marxisti-leninisti devono diventare i promotori di una lotta coerente, fondata sull'analisi di classe e che sia ancorata allo sviluppo della lotta di classe, per la libertà di opposizione, di espressione, di stampa, contro ogni legislazione speciale e contro ogni discriminazione e sopruso ai danni delle minoranze. L'azione del partito m-l nella lotta democratica intesa in questo senso, rappresenta un fattore di sviluppo dell'indipendenza politica del proletariato anche su questo terreno, e attrae (come insegna Mao) dalla parte del proletariato altri settori sociali. Rileggetevi il bell’articolo di Gracco su LR, nel numero 13 dell’autunno ‘99  intitolato "Contro la provocazione, l’avventurismo, il terrorismo". Stiamo parlando di Angiolo Gracci, un Vero partigiano. Abbiamo già espresso, in numerose occasioni, seri dubbi su questi approdi, riconfermandoli recentemente nel nostro articolo Maoismo o linea Li-Li-San?, che inspiegabilmente Nuova Unità, il nostro giornale a stampa, ha ritenuto ancora di non pubblicare perchè "fuori del dibattito della ricostruzione del partito comunista". Sarebbe facile ora ironizzare, ma la faccenda è oltremodo seria. Noi non vogliamo che tutti condividano la nostra scelta (sappiamo noi quanto ci costa) di militare attivamente nel Prc dandosi visibilità di componente m-l, ma sarebbe troppo chiedere chiarezza di scelte a tutti i compagni in buona fede? I comunisti m-l devono utilizzare la contraddizione sempre più manifesta tra "quello che la democrazia borghese dice di essere e quello che è realmente" in modo da sfruttare pienamente tutte le enormi possibilità di denuncia, di educazione e di iniziativa diretta delle masse che si presentano con il progredire del processo reazionario, per arrivare a dimostrare, attraverso la direzione dell'esperienza concreta, che la democrazia borghese altro non è che il miglior involucro della dittatura di classe della borghesia. La conclusione di questo messaggio dei Carc è un’offesa a tutte le avanguardie leniniste del nostro paese, prime fra tutte a quelle di IC a cui non farà certo del bene. Se la provocazione è soggettiva o oggettiva, non c’importa. Una provocazione sembra comunque.

 

(Lavoro Politico/Taranto e Avanti Popolo!/ Genova), 7 maggio 2001

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Data: mercoledì 9 maggio 2001 20.03

Oggetto: Le espressioni di solidarietà di Linea Rossa - Genova

 

Comitato d’Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC) Firenze

Via di Rocca Tedalda 277

Tel 0348/7439804

E – mail carcflor@libero.it

Oggetto: Le espressioni di solidarietà di Linea Rossa – Genova

Leggendo quello che è scritto sopra si comprende che l’oggetto principale della critica sono i CARC. Iniziativa Comunista non avrebbe niente da guadagnare dalla solidarietà che i CARC esprimono. Dall’altro lato, anche secondo i Ros, la Digos e la stampa borghese ogni relazione che IC ha o ha avuto con i CARC porta alla stessa IC una montagna di guai. Di sicuro i CARC in quanto hanno subito e subiscono la repressione borghese non avranno l’appoggio di Linea Rossa, perché la loro è una fuga a sinistra ed un suicidio. Tutto questo è chiaro.

Linea Rossa comunque ha il merito di chiamare la gente per nome. Esiste nell’ambito del movimento comunista l’abitudine di lanciare accuse senza fare nomi, modo pretesco e mafioso di trattare gli argomenti. Linea Rossa invece parla apertamente dei CARC, e lo fa anche nell’articolo sopra citato, quello sulla linea Li-Li-San. Abbiamo letto l’articolo e ne abbiamo tratto le seguenti conclusioni.

Nell’articolo si parla degli organismi che si dichiarano maoisti e che tuttavia non lo sono. Si tratta del PMLI, di Rossoperaio e dei CARC. Detto questo nulla di altro si dice sulle posizioni di questi organismi, se non che rappresentano deviazioni di sinistra come fu quella di Li-Li-San nel 1927 –28 in Cina. Si sperava qualcosa di più, diciamo noi rivolgendoci direttamente agli autori dell’articolo. Voi state dentro il PRC, giudicate giusta questa scelta, e chiunque ne faccia un’altra è considerato uno che devia a sinistra rispetto a voi. Siccome nel PCC ci furono deviazioni di sinistra (Li-Li-San), concludete che i CARC, tra gli altri sono identici a Li-Li-San. Non fate alcuna considerazione sulle differenze di tempo e di spazio, tra la fine degli anni venti in Cina e la fine del secolo in Italia, e su questo potremmo anche passare sopra, dicendo che date condizioni si mantengono durante tutta l’epoca imperialista. Ma non fate nemmeno alcuna considerazione sulla differenza tra la collocazione di Mao e della rispettiva deviazione e la vostra odierna collocazione. Mao e Li-Li-San stavano in un partito comunista, e voi no. Voi state in un organismo che si propone la rifondazione del partito comunista, e rifondazione per molti di coloro che militano nel PRC anche con funzione dirigente significa lasciar perdere il marxismo leninismo (quanto al maoismo dite voi stessi che entro il PRC la cosa è tenuta rigorosamente sotto silenzio). I CARC invece si propongono di ricostruire il partito. Certo abbiamo intenzione di evitare gli errori che hanno portato alla vittoria del revisionismo prima e alla distruzione di tanti partiti comunisti poi, ma ciò che intendiamo fare è ricostruire sulle fondamenta poste dai dirigenti che ci hanno preceduto.

Noi pensiamo che il compito principale oggi è la ricostruzione del partito, e ogni nostro sforzo teorico e pratico è funzionale a questo compito. Voi invece state già dentro ad un partito. Qui sta la differenza. Il partito dentro cui voi state non vi piace (starci dentro vi costa) e probabilmente ci state perché presumete di potervi esercitare un determinato influsso. D’altra parte per un comunista stare dentro un partito significa seguirne le direttive, incorporarne la linea, e perciò voi siete in primo luogo membri del PRC, e responsabili di ogni scelta di quel partito, e solo in secondo luogo marxisti leninisti aderenti ad un gruppo che si chiama Linea Rossa. Quindi, quando noi ci poniamo in relazione con voi, ci poniamo in relazione prima di tutto con il PRC, e in secondo luogo possiamo considerare il fatto che vi dichiarate marxisti, leninisti, e maoisti. Noi quindi, se abbiamo da considerarci a sinistra rispetto a voi, consideriamo che siamo a sinistra della sinistra del PRC, e tutto questo non ci sembra una colpa (anzi).

Ma lasciamo perdere le collocazioni e le contraddizioni reciproche. Basti dire questo, che se può risultare costoso e faticoso stare dentro una cosa come il PRC, il processo di ricostruzione del partito comunista italiano è cosa che richiede molta più energia, capacità di sopportazione, intelligenza.

Quanto allo sfruttare le possibilità per i comunisti che questo stato borghese è costretto a dare, su questo certo abbiamo da imparare. Abbiamo anche preso parte alla campagna elettorale, il che significa che siamo disponibili ad imparare. I CARC non sono né un’organizzazione clandestina né un’organizzazione terrorista, e ognuno che faccia confusione in questo campo fa un lavoro che è ben più grave dell’offesa. Fa qualcosa che giustifica la repressione borghese, e ciò che fa può essere giustificato, e fino ad un certo punto, solo se ha come causa l’ingenuità.

Quanto alla discussione sulla clandestinità questo non è argomento da trattare in un dibattito come questo. I compagni di Linea Rossa dal canto loro hanno da riflettere su un paio di questioni, in merito. La prima sta nel fatto che si riferiscono a comunisti che non erano tanto in clandestinità, ma in guerra con la borghesia. Il discorso vale non solo per Mao Tse –tung, ma anche per il Gracci, che sulla questione del lavorare o meno alla luce del sole dice cose che non risultano vere semplicemente perché chi le dice è "un vero partigiano." Con tutto il rispetto per Gracci, non basta essere stato partigiano e accusare tutti i revisionisti d’aver tradito la Resistenza per dire automaticamente cose vere. Comunque, riguardo alla questione, si può benissimo dire che Mao in Cina e Gracci in Italia avevano ogni motivo per agire come hanno agito, perché allora c’era la dittatura. Ma qui sta il punto: i compagni di Linea Rossa dicono che il lavoro loro consiste nel "dimostrare, attraverso la direzione dell’esperienza concreta, che la democrazia borghese altro non è che il miglior involucro della dittatura di classe della borghesia." Allora, se è con una dittatura mascherata che abbiamo a che fare, perché tanto baccano contro soggetti che prendono normali precauzioni contro la certezza di essere spiati, la possibilità di essere arrestati, o peggio? Se voi di Linea Rossa volete mettere in piedi un partito comunista vero, che sia italiano e che operi quindi anche nel meridione, come pensate di agire contro la mafia, che già tanti comunisti ha eliminato dalla fine della guerra ad oggi? Noi a tutte queste domande non abbiamo risposta. Le poniamo a voi, che sembrate così sicuri di quello che dite. Voi parlate di dittatura, e quindi spetta a voi essere chiari sulla questione della clandestinità. Noi, sulla questione, non facciamo altro che porre domande, finché è lecito farlo. Porre domande rientra ad oggi negli spazi di libertà che abbiamo conquistato con la Resistenza, spazi che noi stiamo difendendo.

Il partito deve saper utilizzare ogni spazio che la borghesia è costretta a concedere. Il partito inoltre è tenuto a difendersi da ogni attacco della borghesia, e deve essere consapevole che lo stato borghese nel migliore dei casi è una dittatura mascherata. Su tutto questo l’esperienza del partito guidato da Lenin non ha pari. Se la situazione oggi è tale per cui l’insegnamento di Lenin non vale, i compagni di Linea Rossa lo dicano e lo argomentino, e lo dicano e lo argomentino tutti quelli che la pensano come loro o anche all’esatto opposto di loro.

Firenze, mercoledì 9 maggio 2001

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Linea Rossa e-groups (Avanti Popolo! e Lavoro politico) si rallegra, occorreva fare un pò di chiarezza! 

AVVENTURISMO O LINEA DI MASSA?

-- Luciano Bezerédy - Ferdinando Dubla --

Compagni, la distanza tra le nostre e le vostre analisi sono confermate. Chi è che non trova argomenti per confutare le tesi espresse dal saggio Maoismo o Li Li San? In questa posizione ritroviamo i Carc che fanno buona compagnia a Rossoperaio e al loro "fucile" da mettere in spalla alla classe operaia. I Carc da quanto espongono, ritengono che l’analisi delle condizioni storiche non sia l'indispensabile prerequisito necessario per avviare il processo di ricostruzione del partito comunista di tipo leninista in Italia. Secondo noi i compagni dei Carc peccano di idealismo astratto e di formalismo schematico e adialettico. Una prova concreta? Il fatto che il loro insediamento e radicamento popolare, non di questa o quella élite di intellettuali o attivisti, ma popolare, è poca cosa nonostante i limiti del Prc. La capotica scelta di presentarsi alle elezioni, poi, con l’effigie di un Fronte inesistente se non nella testa di qualcuno, è naufragata miseramente sui duri scogli della realtà, realtà che noi ben conosciamo; chissà se questa esperienza non abbia consegnato ai compagni dei Carc anche un pò di umiltà e senso della storia. Dalla risposta del compagno Babini a noi sembra di no. Se, per Marx, la prassi storico-concreta è la verifica della teoria (non credendo noi marxisti nella teoresi astratta avulsa dalle situazioni concrete), quale bilancio traggono dalla loro esperienza? La verità è un’altra: che mentre stentate a darvi visibilità politica di massa, preferite civettare o scimmiottare con e su posizioni avventuriste, come quella appunto della clandestinità. E’ una scelta di disperazione, individualistica, neoanarcoide e di tipo paramassonico, altro che marxismo-leninismo! Ed è questo il suicidio politico di cui parliamo, e non è certo analisi che possa essere riadattata rivolgendola contro Linea rossa- componente m-l interna al PRC, come se noi intendessimo giustificare la repressione borghese: è anzi l'esatto opposto, una posizione di netta linea di demarcazione che si contrappone a quella che noi ci auguriamo sia da imputarsi alla ingenuità politica dei proponenti. Fuga a sinistra l'abbiamo definita, certo, cos'altro è allontanarsi dalle masse, nello stolido proposito di credere di rappresentarle sul piano politico della lotta di classe nell’attuale fase di trincea? Certo, casi di ribellione operaia al sistema borghese sono presenti come forma spontanea di lotta di classe, ma sono eccezioni, spontaneismi sporadici, ancora isolati dal contesto. E' ovvio e banale affermare che siano fertile terreno su cui lavorare, ma che occorre studiare, analizzare a fondo, e sui quali non si può affidare certezza, ossia che possano realmente condizionare la scelta della massa. La nostra incredulità è così grande che c’è da chiedersi se i compagni che affermano sussistere condizioni tali da rendere necessarie scelte così drastiche, abbiano mai realmente, e in modo particolare nell’attuale periodo, verificato con la classe di riferimento, la possibilità di avere un minimo di margine di consenso. I comunisti devono agire, muoversi, confrontarsi con la massa, imparare da esse, senza le masse, sono come un pesce senz’acqua. Lo ripetiamo: un partito comunista senza linea di massa è una forza avventurista ed elitaria, dunque tradisce lo spirito del marxismo-leninismo. Si cita ad esempio la lotta alla mafia. La lotta alla mafia? Ma è il crimine organizzato, elevatosi ad industria, che usa la clandestinità, cercando nei livelli superiori della società gli agganci con il sistema politico borghese e il capitale finanziario. La lotta dei comunisti contro la mafia è stata fatta cercando di essere nelle e con le masse, non dei carbonari settari, avulsi dalla realtà del contesto. La linea Li-Li-San è questa, che si ripresenta in forme e modalità differenti e, purtroppo, si ripresenterà anche in futuro. I presupposti, purtroppo, ci sono tutti e quella dei Carc non è che l'ennesima riconferma! Questo è uno dei grandi insegnamenti del compagno Mao, che noi, per quanto riguarda l’esperienza italiana, associamo alla figura di Pietro Secchia, che non rinunciò mai ai suoi princìpi (e combattè per essi) e preferì vivere le contraddizioni in seno al popolo e in seno al partito. Nulla, siamo convinti, nascerà di serio in Italia che non coinvolga simpatizzanti, iscritti, militanti e quadri del Prc; il Prc è una formazione politica che è nata e si è sviluppata con i comunisti d’Italia dalla storia concreta, e con essa, piaccia o meno, bisogna fare seriamente i conti, a meno di fughe in avanti e incomprensioni a livello di massa. Se così non fosse, il partito marxista-leninista sarebbe già concretamente operante e di massa, e non il duro cimento che non soggettivamente, ma oggettivamente la situazione storico-politica ci ha consegnato. Tutto il resto è rispettabile in quanto ad analisi (nel senso che ogni analisi va discussa e confrontata) ma non ne possiamo condividere la collocazione politica.

La nostra solidarietà ai compagni di Iniziativa comunista la riconfermiamo ed è piena e limpida solidarietà per i reati di opinione; ma non deve essere confusa con la condivisione della clandestinità, che è una scelleratezza! Questa confusione non l’abbiamo prodotta noi, ma il comunicato dei CARC, laddove conclude che "dunque, forse, la scelta della clandestinità ecc..", come un sillogismo aristotelico del tipo: "I compagni di IC sono stati arrestati, la repressione borghese colpisce i comunisti, i comunisti dunque devono darsi alla clandestinità". Sillogismo aristotelico che dimostra il formalismo idealistico di questi compagni, e non l’utilizzo degli strumenti del materialismo dialettico. Finchè persisteranno queste posizioni (scelte suicide), che hanno per l'appunto tutti i connotati tipici della disperazione e non saranno chiarite, attraverso un serio dibattito esteso a tutte le componenti marxiste-leniniste presenti in Italia, Linea Rossa- componente interna m-l al PRC, tenderà sempre a distinguere le varie tesi e prassi politiche in campo. E come comunisti, siamo abituati a chiamare tutti per nome e cognome e questo non da oggi. Con questo, il tema di confronto su clandestinità avventurista o linea di massa è per noi concluso. Su questo specifico tema non abbiamo più nulla da confrontare. Non risponderemo dunque più a sollecitazioni in questo senso, che riteniamo fuorvianti dei veri temi all’ordine del giorno.

(Linea Rossa e-groups, componente interna m-l del PRC,

siti web Avanti Popolo! e Lavoro Politico)

Genova/Taranto, lì 12 maggio 2001



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