IL PARTITO E IL DIBATTITO
SULLA NECESSITÁ DI ACCELERARE IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL PARTITO
Si agisca dialetticamente in perfetta aderenza all’ avanzare della crisi dell'ordine capitalista. La necessità di un terreno comune di elaborazione teorica per i marxisti-leninisti tutti, deve avere verifica nella pratica al di fuori dei luoghi comuni della politica e della cultura borghesi
----- Massimo Meloni -----
La seguente e semplice riflessione mira a sensibilizzare, qualora
ve ne fosse bisogno, ad un più forte impegno all'interno del PRC
ed anche fuori ad esso per aggregare le avanguardie e i lavoratori tutti
nel percorso di costruzione del nuovo Partito Comunista. L'impressione
di chi scrive è infatti che sotto la crosta di relativa calma dell'ordine
borghese su scala mondiale stiano in realtà maturandosi profondi
sconvolgimenti che necessitano di un partito armato delle armi del materialismo
dialettico e storico, nonché del marxismo-leninismo, ai fini di
organizzare il proletariato e le masse popolari nella lotta che progressivamente
apparirà ad esse sempre più come lotta per il socialismo.
Chiarisco subito che non è intenzione dell'autore proporre ai lettori
pericolose fughe in avanti, bensì di proporre una più intensa
azione sulla strada che già si sta percorrendo, poiché
sempre più gli eventi sia su scala internazionale che in Italia
prendono una piega in virtù della quale occorre che già da
adesso ci si organizzi in vista di più difficili lotte.
Approfondendo ulteriormente il discorso vorrei dire che il mio ragionamento
esclude posizioni esclusivamente soggettiviste che rischierebbero di invalidare
l'azione rivoluzionaria; semplicemente voglio evidenziare quanto in parte
avevo già evidenziato in una mia precedente riflessione , e cioè
che oggi l'intreccio tra fattori (economici e politici) sovranazionali
e nazionali sta ormai raggiungendo dimensioni esplosive seppure soprattutto
a livello di peggioramento oggettivo delle condizioni di vita delle masse
più che a quello della coscienza che queste al momento hanno delle
cause che stanno alla base di tale peggioramento. Proprio a partire dal
grado di coscienza che il proletariato ha di sè e da quello che
di sè hanno in generale le masse popolari, dobbiamo avviare (o proseguire)
un dibattito che miri a rendere di nuovo concreto il discorso leninista
della coscienza portata alla classe dall'esterno. Un discorso questo decisamente
attuale non perché i comunisti sono degli déi appartenenti
ad una realtà superiore a quella terrena e capaci di imporre la
loro volontà di esseri superiori, ma perché non solo l'esperienza
politica del passato ma soprattutto quella attuale sta mostrando come la
borghesia sempre di più ricorre alla pervasività delle sue
subdole idee, dei suoi modelli culturali-ideali per puntellare il suo dominio
di classe. Nell'ambito di una tale urgente necessità occorre dunque
approfondire, come già alcuni compagni stanno facendo, la conoscenza
della situazione economica e politica internazionale, (insieme a quella
italiana) non per piangere sulle sorti del proletariato sfruttato che non
ha più coscienza di sé (luogo comune di certa sinistra interna
anche al PRC e a certo "antagonismo") ma per verificare a quali spezzoni
di classe ci si può incominciare a rivolgere per fare un discorso
politico in cui l'immediato non sia scisso dalla prospettiva della
conquista del potere politico; tale discorso rappresenterebbe decisamente
un passo concreto nella direzione di un progressivo allargamento del consenso
al socialismo, purchè chiaramente si agisca dialetticamente in perfetta
aderenza all’ avanzare della crisi dell'ordine capitalista (crisi che,
come tutta l'esperienza accumulata dal movimento comunista insegna, non
è lineare ma risente delle azioni e dei tentativi di bloccarla che
la borghesia stessa pone in essere). Quando pongo l'esigenza di accelerare
il processo di costruzione del Partito (a prescindere che si militi nel
PRC o no) non suggerisco dunque una semplice e immediata somma delle
esperienze politiche rivoluzionarie di oggi che porterebbe (in quanto tentativo
velleitario di eludere le differenze teoriche presenti nell'area rivoluzionaria)
ad un corpo politico morto in partenza e avulso dai lavoratori che pure
vorrebbe rappresentare; pongo invece la necessità di un terreno
comune di elaborazione teorica per i marxisti-leninisti tutti, che però
già da ora abbia verifica nella pratica al di fuori dei luoghi comuni
della politica e della cultura borghesi. L'accelerazione del processo di
costruzione del Partito sarebbe così nel fatto che i compagni e
le compagne tutte già da adesso, di fronte all'impennata della crisi
dell'ordine capitalistico, lavorerebbero per un recupero della soggettività
rivoluzionaria (pure già in parte riemersa in questi ultimi
tempi) senza la quale ovviamente il sistema borghese (neppure al più
alto grado della sua decadenza) crollerà. Dunque, attraverso un
dibattito (tra l'altro già avviato) è possibile trovare un
terreno teorico e pratico che sia comune almeno ad una parte delle organizzazioni
rivoluzionarie; queste, pur nella loro autonomia, avrebbero almeno in parte
un agire meno disperso e più unitario che di per sè
sarebbe già concretamente (se accompagnato da un concreto e radicato
agire per le masse e con le masse) una accelerazione del processo
di costruzione del Partito Comunista che non lascerebbe spiazzati
i comunisti di fronte alla progressiva reazione borghese corrispondente
alla prosecuzione della crisi economica e politica. Partire dunque da una
conoscenza scientifica della destrutturazione di classe operata dai nuovi
processi produttivi su scala mondiale, della natura e dei contrasti
fra i poli imperialisti (Europa, Giappone, USA), nonché di come
la crisi capitalista si manifesta nel nostro paese: tutto ciò va
però accompagnato dalla concreta pratica sociale (lotta di classe)
che deve impegnare tutti i comunisti in una azione comune all'interno della
quale la dialettica fra essi, fra le loro diverse posizioni, fra essi e
la realtà sociale, sarà il concreto processo di costruzione
del Partito.
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(aprile-maggio
2000)